BABEL 08


http://www.youtube.com/watch?v=3FMFpGbnMI4

ANTONY & THE JOHNSONS - THE GREAT WHITE OCEAN

Ricominciamo con Antony e il suo nuovo lavoro “Swanlights”, forse il più spirituale e meditativo dei suoi. Il cd si accompagna a un libro contenente pitture, collages, fotografie e scritti dello stesso A. La traccia scelta è una versione riveduta del brano che aveva accompagnato la sfilata di Prada, voce e chitarra si adagiano su sperimentalismi elettroacustici di sottofondo, una sorta di litania in cui si invocano i nostri cari affinché ci accolgano nel grande oceano bianco che è la vita ultraterrena. Ma l’abituale “non ci dimenticheremo mai di voi”, viene da A. trasformata nell’esortazione verso chi non c’è più a non dimenticarCi. Ci tengo però a parlare anche del brano che a mio parere vale l’intero album, ossia ‘Ghost’, che lui stesso ha definito canzone di gioia e ottimismo, e che interpreta secondo il suo parere lo stato da “luci del cigno, il riflesso della luce sulla superficie dell’acqua di notte, il momento in cui lo spirito salta fuori e diviene un fantasma di colore viola”. Fondamentale l’apporto di Nico Muhly con le soavi aperture sinfoniche degli archi che succedono ad un pianoforte irrequieto. (http://www.youtube.com/watch?v=pLYPbzSS9jI)



http://www.youtube.com/watch?v=pHQUfgq1seM&feature=related


Isobel Campbell & Mark Lanegan - Snake Song


L’ex Screaming Trees e Queens of the Stone Age, dopo le sue partecipazioni a gruppi quali Soulsavers e Gutter Twinsfolk e la bella scozzese ex Belle & Sebastian, ritornano col loro secondo album “Hawk”. Il blues - country del cantautore di Ellensburg risulta predominante al ruolo da corista e controcanto che si è ritagliata la Campbell, e in particolare in questo brano, quello che lo stesso Lanegan ha definito ‘hard-rock psichedelico’ che unisce la ‘sporcizia’ del blues al lindore del folk-pop, ne risulta emergente. Chi è un fan di Lanegan lo ha però esortato a non perdersi dietro tutti questi progetti e di dare seguito alla tanto attesa uscita solista.


http://www.youtube.com/watch?v=ueeJbkf5on4&feature=related

Micah P. Hinson - Take Off that Dress for Me

Se non lo conoscete (ma spero proprio di no), segnatevi il nome di questo giovane cantautore americano, la sua voce profonda e calda non può lasciare indifferenti. Giunto al suo sesto album dal titolo Micah P. Hinson And The Pioneer Saboteurs che fa seguito ad un album di cover che contiene vecchie canzoni di artisti folk quali Patsy Cline, Leadbelly, John Denver, Santo & Johnny, Roy Orbison, i Lovin’ Spoonful. Seppure molto giovane, Micah ha dato fondo alle più disparate esperienze, finendo addirittura in galera per false prescrizioni mediche. In seguito cerca di imparare a suonare alcuni strumenti quale chitarra, banjo, mandolino, dulcimer e pianoforte e a scrivere anche di questa deriva esistenziale, da cui però ne è uscito alla grande. Traccia country-folk dalle connotazioni classiche.







http://www.youtube.com/watch?v=-WeVMYNJl8c&feature=player_embedded


Smoke Fairies - Hotel Room


Album di debutto per Katherine Blamire e Jessica Davies, le due fatine ‘fumose’ inglesi, assimilata la lezione di Crosby, Stills & Nash e dei Grateful Dead, a New Orleans hanno poi sviluppato una propria strada folk-blues. Low Light And Trees contiene anche i quattro singoli usciti in precedenza e molto acclamati da critica e pubblico e alterna armonie celesti e delicate a folk ipnotico e riff blues.



http://www.youtube.com/watch?v=Iw-U97jwRK0&feature=channel

Lali Puna - That Day

Cambiamo per un momento genere; i Lali Puna sono una band tedesca caratterizzata dalla voce quasi immateriale di Valerie Trebeljahr (origini giapponesi). La band si muove tra Stereolab e un kraut rock leggero e introspettivo. Incidono per la berlinese Moor Music e sicuramente non è sfuggito ai cinefili l’inserimento di un loro bellissimo brano nel film di Paolo Sorrentino ‘Le conseguenze dell’amore’. I flussi elettronici non sono mai invasivi, ma chiaramente funzionali ad una forma canzone più rodata.

http://www.youtube.com/watch?v=YA2h9PrIUxs&feature=related


Patrick Watson - The Great Escape

Dal penultimo album dei canadesi Patrick Watson, un gruppo con un nome da songwriter, dal titolo Close to Paradise (2006, Secret City Records) traiamo questo commuovente brano per solo pianoforte e voce. E che voce! Verrebbe da dire. Tra le sue fonti di ispirazione Watson ci mette Debussy, Satie, Jeff Buckley e Nick Drake, e proprio il pathos delle interpretazioni buckleyane sembra trasudi intatto da questo brano. Qualche altro ascoltatore riconoscerà voce e piano di “To Build a Home” per The Cinematic Orchestra. Per chi ama il genere, non si perda “Wooden Arms” album del 2009 che è ai primi posti nella mia personale classifica dell’anno appena passato.

http://www.youtube.com/watch?v=4hTpR-TYTZ0

Lhasa – Rising

A Patrick Watson si deve la scrittura di questo brano (e di un secondo nello stesso lavoro), per la struggente interpretazione di Lhasa de Sela, cantautrice americana di origini messicane che purtroppo ci ha lasciato prematuramente all’inizio di quest’anno, a causa di un male incurabile. Il suo primo album “La Llorona” risale al lontano 1998, e contiene brani latino-americani e brani originali con chiare sonorità gitane. Rising è tratto dall’album “Lhasa” del 2009, sonorità scarnificate in cui l’arpa tesse le sue trame, ma è l’eleganza e l’intensità della sua voce a lasciarci col fiato sospeso. Se non erro l’animazione del brano è dovuta alla stessa mano del video precedente.

* Alcune delle note sono tratte dal sito degli amici di Ondarock.