BABEL 09


http://www.youtube.com/watch?v=lI20BqNsKI0&feature=related

Lhasa – La Frontera (live)

La settimana scorsa alla ricerca del brano inserito in puntata, mi sono imbattuto in questo brano live che non posso non condividere con chi ci segue. Il brano contenuto nel secondo album The Living Road, in cui Lhasa canta in spagnolo, inglese e francese, ha qui una resa che sfiora la perfezione. L’intenso struggimento dell’esecuzione, unita al fatto di non poterla più attendere ad una nuova uscita, non può che far scorrere qualche lacrimuccia. Lhasa de Sela in tre album è riuscita a concentrare la bellezza di quella che spesso con termine diminutivo viene chiamata musica popolare, l’emozione che riusciva a trasmettere e che forse era un tutt’uno con la sua storia umana e artistica è esaltata all’ennesima potenza in questo piccolo live. Ma è bello immaginarla ancora come un punto nero che cammina sulle rive della fortuna.
(http://www.youtube.com/watch?v=jw8M5sWwtfQ, è lo stesso brano su disco e per chi volesse è riportato anche il testo).

http://www.youtube.com/watch?v=P2UD-KloIik
Trembling Blue Stars-Frosting
I Trembling Blue Stars sono il gruppo di Bobby Wratten, e a lui si devono anche i Field Mice e i Northern Picture Library. Dopo 15 anni di intensa attività, hanno reso noto che questo doppio cd a titolo Fast Trains and Telegraph Wires chiuderà la loro carriera artistica. Il loro sound ha da sempre unito l’elettronica dei New Order alle chitarre alla maniera dei Cure alle armonie vocali degli Slowdive. Elettronica discreta e avvolgente e mai tale da surclassare la voce sognante di Bobby e di Beth.


http://www.youtube.com/watch?v=O-IfQU7ct1Q&feature=player_embedded#!
Dirtmusic – Black Gravity
Il secondo capitolo afro di Hugo Race (Bad Seeds) unisce il folk-rock a un blues del deserto ben orchestrato dalla banda beduina del Mali dei Tamikrest. A Race si aggiungono in questa ensemble Chris Eckman (The Walkabouts) e Chris Brokaw (Codeine). Dopo il successo dei maliani Tinariwen, la musica Africana declinata in stile occidentale sembra interessare un mercato sempre più ampio e consapevole. Dallo stesso album “BKO” da non perdere l’arcaicizzata e primitiva rilettura di All Tomorrows Parties.



http://www.youtube.com/watch?v=a3q-FJnbpKA&feature=related
Non voglio che Clara - Gli anni dell'università
“Dei Cani” è il secondo lavoro della band bellunese capitanata da Fabio De Min, ed è uscito il 12 ottobre. Album che vede anche la partecipazione dei genovesi port-royal. Il titolo è un richiamo ai tanti cani spesso presenti nelle poesie di Majakovski, ed è la rappresentazione nostalgica di un recente passato e di una stagione non proprio favorevole. Evidenti i rimandi alla scuola genovese dei Bindi, Tenco, Paoli, e comunque i NVCC rappresentano una delle band italiane più interessanti.


http://www.youtube.com/watch?v=K2YPRH32_dY
Sharon Van Etten - Don't Do It
Ancora una giovane cantautrice americana proveniente da Brooklyn, alla sua seconda uscita. La sua voce ha una qualità senza tempo che utilizza dei fraseggi semplici ma potenti. Tra le sue muse ispiratrici ci sono Vashti Bunyan e Meg Baird, e rispetto al suo primo album, Sharon è riuscita ad affrancarsi dai saliscendi vocali che la facevano accomunare a Josephine Foster. “Epic” ha una durata che si aggira intorno ai trenta minuti, ma è denso di buona musica e liriche apprezzabili.

http://www.youtube.com/watch?v=snailu0RnLg&feature=player_embedded

Belle & Sebastian - I Want The World To Stop
I Want the World to Stop è una canzone con un certo gusto sixties, tra chitarre alla Johnny Marr, e una ritmica basso-batteria che mette gioia, ma ad eccezione di questo brano e le due tracce che ci incuriosiscono più per le due ospiti femminili, ossia Norah Jones e Carey Mulligan, l’ultimo lavoro della nota band scozzese, lo possiamo senz’altro definire interlocutorio. Un piccolo passo falso per un gruppo che è ormai un’icona dell’indie- pop mondiale.


http://www.youtube.com/watch?v=BhyV7Ksxzzo

Wildbirds & Peacedrums - Fight For Me
Rivers è il terzo album dell’interessantissimo duo svedese, e nasce dall’unione di due ep usciti in precedenza. Una ritmica scandita da tamburi quasi tribali, la presenza dello steel drum, tamburo caraibico, xilofoni e dal coro della Schola Cantorum di Reykjavik, a sorreggere il declamare salmodiante della cantante del gruppo. “E’ una formula senza dubbio seducente, insolita, coraggiosa, che indica nuovi possibili percorsi, lasciando intravedere un allontanamento parziale dal timbro gospel-blues delle due splendide prove precedenti” (dalla recensione di Ondarock).
* Alcune delle note sono tratte dal sito degli amici di Ondarock.