NON BASTA L'AUTOPSIA PER CHIARIRE LA CAUSA DELLA MORTE DI MARIO CARROZZO
Altri particolari sulla sua permanenza nell'Ospedale di Nardò e sul suo transito da quello di Galatina

Galatina, 10 ottobre
- Non basta l'autopsia effettuata oggi per stabilire le cause della morte di Mario Carrozzo, il settantacinquenne galatinese deceduto a quattro giorni di distanza da una caduta in casa. Alberto Tortorella, il medico legale incaricato da Francesca Miglietta, il pubblico ministero a cui è stato affidato il caso,  dovrà esaminare anche le cartelle cliniche degli Ospedali di Galatina e Nardò e dovrà attendere l'esito degli esami istologici prima di poter sciogliere ogni riserva ed indicare con certezza le cause della scomparsa del pensionato. Entro sessanta giorni di tempo dovrà, comunque, portare a termine le sue indagini.
   Si apprendono intanto altre notizie riguardanti la permanenza di Mario Carrozzo nell'Ospedale "Sambiasi". I sanitari del reparto di Ortopedia parlerebbero nel loro referto di alcune fratture non evidenziate presso l'Ospedale di Galatina indicandole in una frattura scomposta del collo omerale destro ed una frattura sottocapitata del femore destro. Secondo il parere di altri medici sembra difficile che gli ortopedici neretini abbiano potuto affermare con certezza che quelle fratture fossero avvenute tre giorni prima della loro visita e non magari qualche ora prima.
   Tutti i sanitari da noi interpellati sembrano, poi, escludere che le fratture possano essere state la causa diretta della morte. Qualcuno si spinge ad affermare che, in via teorica e puramente tecnica, anche con un polmone perforato il paziente, adeguatamente soccorso, si sarebbe potuto salvare.
    L'impressione netta che ha chi cerca di capire ciò che accadde fra il 2 ed il 6 ottobre è ch, man mano che ci si addentra nell'analisi di quei giorni, i dubbi aumentino e gli aspetti da chiarire siano tanti. Il medico che visitò Carrozzo al "Santa Caterina Novella" decise di non fargli fare alcuna radiografia e di non richiedere la consulenza di un ortopedico, nonostante la ferita al capo fosse dichiaratamente avvenuta in seguito ad una caduta. Trattandosi di un professionista ritenuto molto scrupoloso e stimato nell'ambiente, l'opinione dei suoi colleghi è che abbia valutato in scienza e coscienza il paziente che stava soccorrendo ed abbia deciso per il meglio.
   D'altro canto, a Nardò, professionisti altrettanto validi si sono trovati ad affrontare un caso diventato disperato già ventiquattro ore dopo il ricovero avvenuto però tre giorni dopo il passaggio dal Pronto Soccorso galatinese. Il perito del Tribunale, individuando le cause della morte potrà anche rispondere alla domanda più angosciante per tutti i famigliari. Mario Carrozzo poteva essere salvato?

MUORE QUATTRO GIORNI DOPO UNA CADUTA
I famigliari di Mario Carrozzo vogliono vederci chiaro
La Procura indaga sul Pronto Soccorso di Galatina

Galatina, 9 ottobre - Era caduto accidentalmente in casa la mattina del 2 ottobre scorso ed era stato immediatamente accompagnato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Galatina. Aveva una ferita alla testa e pare accusasse dei dolori ad un braccio e ad una gamba. Il medico di turno gli aveva applicato dei punti di sutura e dopo mezz'ora l'aveva mandato a casa. Tre giorni dopo, Mario Carrozzo, 75 anni, veniva ricoverato in Ortopedia all'Ospedale di Nardòcon una frattura scomposta all'omero destro ed una al femore destro. Passate ventiquattro ore,  per l'aggravarsi delle sue condizioni generali, era trasferito in Medicina. Nella serata del 6 ottobre i medici comunicavano ai quattro figli che per il loro padre non c'era più nulla da fare. I famigliari decidevano, perciò, di farlo portare a casa dove Mario, dopo un'ora, cessava di vivere.
    Sembra incredibile che si debba morire per una caduta in casa ed oggi i figli vogliono capire bene quello che è successo. Si fanno tante domande. Innanzi tutto qual è stata la causa della sua morte? Perché a Galatina non fu fatta nessuna radiografia? Perché non fu chiesta la consulenza di un ortopedico?  Perché nessuno accertò le cause del dolore al braccio ed alla gamba?
   Le risposte dovrà cercarle domani, 10 ottobre, il medico legale Alberto Tortorella  a cui  Francesca Miglietta, sostituto procuratore del Tribunale di Lecce, ha affidato l'incarico di fare l'autopsia del cadavere dopo avere inviato un avviso di garanzia al medico che curò Carrozzo, il 2 ottobre. Ad assistere i famigliari del defunto nella ricerca della verità sono gli avvocati Ubaldo Macrì e Giuseppe Sansò.
   Dal Pronto Soccorso del "Santa Caterina Novella" emergono intanto alcuni particolari che tingono ancora più di giallo tutta la vicenda.  Sembra che appena arrivato in ospedale Mario Carrozzo sia stato fatto sedere su una sedia a rotelle perché tutte le lettighe erano occupate. Il medico, poi, lo avrebbe visitato facendolo alzare in piedi ed avrebbe provato la funzionalità di tutti gli arti. Avrebbe anche misurato la pressione e fatto i controlli neurologici. Dopo avergli suturato la ferita al cuoio capelluto sarebbe stato egli stesso ad accompagnarlo fuori dalla medicheria fino alla macchina che Carrozzo avrebbe raggiunto con le sue gambe. Per tutto il tempo della sua permanenza nel Pronto Soccorso, poi, sarebbe stato abbastanza vigile e reattivo.