Quando la violazione avviene in casa tua
Galatina, 1 novembre - "Pronto, Dino! Dove sei?" "A Lecce. Perché?" "C'è la porta di casa vostra aperta e si vede il divano dell'ingresso messo di traverso".
Mentre Marisa, mia cognata, parla un brivido mi corre lungo la schiena
e rimango in silenzio. "Son entrati i ladri" - le rispondo. "Nel salone sembra tutto a posto". "Guarda se c'è il computer" "No, non c'è. Si vede la borsa vuota. Vado a guardare nelle camere da letto e ti richiamo".
E' il 31 ottobre, giorno delle streghe. Siamo in via 140° fanteria.
Sono le 20 e 40. Vincenza, mia moglie, Marianna, mia figlia, e Sabrina,
l'amica di mia figlia, che si erano attardate a guardare una vetrina mi
raggiungono, vedono la mia faccia diventata scura e vogliono sapere.
Suona di nuovo il mio telefono.
"Le camere da letto sono a soqquadro, una scena che purtroppo ho già visto".
Questa volta la voce di Marisa è concitata. Dieci anni fa anche
a casa sua entrarono i ladri con le stesse modalità usate per
introdursi da noi.
"In cucina c'è la tapparella messa di traverso e la porta aperta. Si vedono vetri per terra".
Chiudo il telefono e chiamo la Polizia di Galatina. Mi riconoscono e mi
salutano con simpatia. Pensano che sia a caccia di novità. No,
questa volta sono io a dare la notizia. "Hanno rubato in casa mia. Sono
a Lecce ma sto tornando a Galatina". "La Volante è fuori per un altro furto. Appena i miei colleghi finiscono là, li mando da voi".
Saliamo in macchina con Marianna e Vincenza. Sbagliamo subito strada e
rifacciamo il giro intorno a via 95° fanteria. La mente ormai
è da un'altra parte. E' già arrivata a Galatina e sta
percorrendo stanza per stanza la nostra casa. Non diciamo una parola.
Entro col pensiero nel mio portatile, quello che uso per galatina.it.
Il 90% dei dati sono salvati in duplice copia su dvd e su hardisk
esterni ma è quel 10% rimanente che mi preoccupa. Mi
costerà molta fatica ricostruire tutto e non è detto che
ci riesca.
Mi accorgo che sto andando a 75 all'ora e tendo a rallentare. Mi
rendo conto che lo sto facendo inconsciamente. Voglio ritardare il
più possibile l'impatto con la nostra casa
violata. Improvvisamente vedo il passaggio a livello e capisco che
siamo arrivati a Galatina. Nonostante l'andatura lenta non mi sono
accorto proprio della strada percorsa. Ricordo
solo che devo avere risposto automaticamente al telefono.
Apollonio Tundo voleva raccontarmi della sede di Rifondazione comunista
bersagliata dai vandali con delle uova. Devo averlo ascoltato in trance.
Parcheggio davanti all'ingresso di casa. Marianna e Vincenza scendono e
cominciano a salire le scale. Io prendo la spesa dal portabagagli
e le raggiungo. In cima alle scale ci sono Marisa e Carlo, mio cognato. Hanno i volti scuri di chi sa che cosa stiamo provando mentre varchiamo la soglia dell'ingresso.
Guardo subito sul tavolo. Il pc non c'è.
Suonano da giù. E' la Polizia. Due agenti che conosco salutano
molto gentilmente. Andiamo insieme in cucina. Faccio alcune foto alla
porta con il vetro rotto. Rifacciamo a ritroso il percorso dei ladri.
Hanno raggiunto il terrazzo posteriore arrampicandosi sul muro del
giardino in via Corridoni. Non si vedono tracce.
Spio, attraverso i vetri, nella camera da letto. Un disastro. Torniamo indietro. Nel corridoio Marianna ha le lacrime agli occhi. Vincenza
sta osservando con calma tutta la biancheria ed i vestiti buttati per
terra. Il letto è pieno di carte, scatolini aperti, francobolli,
documenti. Sotto le mutande e i calzini vedo il mio Flaiano ed il
mio Kant. Anche la pila di fogli che stazionava da mesi sul mio
comodino è sul pavimento sommersa dai pedalini. La camera di
Marianna è la rappresentazione del caos. I suoi vestiti sono
stati malamente tirati giù dal guardaroba. Il cassetto del suo
mobiletto è spalancato. Le scape sono sparse per la stanza.
In camera di Luca le ante dell'armadio sono spalancate. La pila di libri sulla cassapanca è crollata rovinosamente.
Andiamo nello studio. Mancano i due portatili di Marianna e Vincenza. Il cassetto del tavolo è spalancato ma lì i ladri avevano ben poco da rubare. Solo carte, tante carte di scuola.
L'agente con il taccuino ha scritto tutto. Ha fatto un primo sommario
inventario degli oggetti mancanti. Non sappiamo dirgli bene quali siano
tutti gli ori rubati. L'orologio regalato dai suoi a Vincenza per i
diciotto anni è sparito sicuramente. "Pensateci con calma - ci dice- e, poi, lunedì venite a fare la denuncia". "Capisco quello che state provando - aggiunge mentre ci salutiamo - anch'io ho subito un furto e non vi racconto quello che mi hanno combinato". "Anche
nella casa da cui stiamo venendo (quella di un vigile urbano) sono
entrati dal terrazzo. Qualcuno ha visto il ladro saltare via su un
altro terrazzino confinante per riuscire a fuggire". Aver compagno al duol scema la pena? Non tanto.
"Pensa che quando son tornato dalla libreria - mi confida Carlo- ho visto il portone aperto ed ho pensato che tu stessi facendo il tuo perenne trasferimento di libri".
Lo avevano, invece, lasciato aperto i ladri che devono essere scesi
tranquillamente dalle scale uscendo poi con tutta calma sotto al
portico.
Ceniamo. Marianna e Vincenza sistemano i letti poi si mettono sul
divano davanti a Maria De Filippi. Mi faccio prestare il computer da
Marisa e scrivo il flash per galatina.it. Andiamo a dormire intorno
all'una. Alle 4 e 55 mi sveglio. La telecamera. Non c'era la
telecamera. Vado a controllare nel salone. Era accanto al mio
portatile. Non c'è più. Torno a letto ma non riesco
più ad addormentarmi.