Il suicidio di Franco Russo, comandante dei Vigili urbani di Cutrofiano

Cutrofiano, 5 giugno - “Sono venuto a stare un po’ con voi”. Franco Russo ieri sera non era in servizio ma era passato ugualmente in ufficio. Aveva riso e scherzato con i due colleghi a cui era più legato poi si era alzato, aveva salutato ed era andato via.
Questa mattina, intorno alle 5 e mezza, il Comandante dei Vigili urbani di Cutrofiano è uscito da casa ed è tornato in ufficio. Si è seduto alla sua scrivania. Ha impugnato la pistola di ordinanza e si è sparato un colpo alla tempia. Il proiettile gli ha trapassato il cranio da parte a parte ed ha rotto il vetro del mobile in cui erano custoditi i suoi libri. 

Maledetti ladri” – ha imprecato il vigile che per primo, questa mattina alle 7, ha aperto la porta della sua stanza. Aveva pensato ad un furto ma poi ha abbassato gli occhi ed ha visto il Capo, l’amico riverso in una pozza di sangue. Ha chiamato subito il 118 ma poi qualcun altro ha richiamato per dire che era inutile far partire l’ambulanza. Per Franco non c’era più nulla da fare.

“Il mio gesto non ha motivazioni personali. La spiegazione è nelle mie funzioni istituzionali. Chiedo scusa a mia moglie, ai miei figli ed a tutti gli amici”. Sarebbe questo il contenuto di una lettera trovata sul suo tavolo.

Franco Russo era laureato in sociologia ed aveva frequentato le scuole superiori a Galatina. Qui aveva conosciuto sua moglie Rosanna Congedo che ora è distrutta e non sa darsi una spiegazione. L’hanno avvertita che era ancora in casa. Non aveva ancora aperto il negozio di casalinghi che gestisce da alcuni anni. Il figlio studia a Lecce ma a Galatina è abbastanza conosciuto come dj. La figlia frequenta l’università.

Ho perduto un vero amico –dice una persona che lo conosceva bene. Era sempre disponibile con tutti. Sempre pronto a darti un consiglio e ad aiutarti se avevi bisogno. Capitava spesso che andassimo a mangiare insieme una pizza. Era un piacere chiacchierare con lui”.

Era più di un collega. Non riesco a convincermi che non ci sia più”. Mimino Angelelli, comandante della Polizia locale di Galatina, ha la voce rotta e parla piano. “Era una persona molto preparata. Su di lui si poteva contare sempre”.

La notizia ha sconvolto il paese. Franco era conosciuto da tutti. Per lungo tempo una folla silenziosa ha sostato davanti all'Ufficio dei Vigili. Quando il carro funebre ha trasportato la salma al "Vito Fazzi", dove verrà sottoposta  ad autopsia, tutti si sono guardati sgomenti ed hanno salutato un amico che se andava per sempre.