Sorpresi con sette kg di cozzepenne sgusciate
vengono denunciati a piede libero


Gallipoli, 25 giugno- Nell’ambito delle missioni operative svolte quotidianamente dalla Squadra Nautica della Questura di Lecce, che nell’ultimo periodo sono state incrementate soprattutto per il contrasto agli illeciti compiuti in mare, il personale imbarcato sui mezzi nautici della Polizia di Stato ha proceduto, nella mattinata di ieri, alla denuncia in stato di libertà di tre pescatori non professionisti, ovvero P.C. di anni 33, C.L. di anni 25 e F.G. di anni 26, tutti di Gallipoli, incensurati.
Gli stessi sono stati sorpresi in flagranza del reato di pesca a mezzo apparecchiature da sub di ben 35 esemplari della specie di mollusco bivalvo denominato “pinna nobilis”.
Il tutto, nello specchio acqua della Baia di Gallipoli a circa 1/2 miglio dalla costa. I molluschi, purtroppo, una volta pescati dai sub sono stati sgusciati e il contenuto conservato in un recipiente che, successivamente, si e’ accertato avere un peso complessivo di kg. 7.
I molluschi sequestrati sono stati classificati da un Dirigente Veterinario del siav/b della locale A.S.L. di Lecce ufficio di Maglie e successivamente il Sost. Procuratore di turno dr. De Palma ne disponeva la distruzione in mare in quanto specie non reimmettibile nella catena alimentare. Il che rende impossibile anche la destinazione in beneficenza del pescato.
La tutela della specie in argomento e’ regolata dalla direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche recepita in Italia con D.P.R. 357/97
La pinna nobilis, detta anche “cozzapenna” o “nacchera” e’ il piu’ grande bivalve del mediterraneo, e vive su fondali sabbiosi e fangosi in particolare tra le praterie di poseidonia ad una profondita’ da pochi metri fino a 40 – 50 metri.
La cattura degli esemplari sequestrati comporta un gravissimo danno per l’intero habitat biologico marino in quanto la crescita della pinna nobilis e’ molto lenta (è pari a circa un centimetro all’anno) e la densita’ di popolazione e’ pari ad un esemplare ogni 10 mq.
I vari tentativi di reimpianto nel fondale marino delle pinna nobilis una volta sequestrate ma ancora in vita, raramente sono andati a buon fine.
I reimpianti peraltro ora sono resi impossibili in quanto le nuove tecniche di pesca di frodo comportano lo sgusciamento del mollusco appena raccolto dal fondale dalle valve e l’occultamento dello stesso in piccoli recipienti onde riuscire meglio a sottrarlo ad eventuali controlli o camuffarlo con altri prodotti ittici non soggetti a tutela. Il che decreta la morte dell’animale.
La sottrazione di tale specie comporta un impoverimento della biodiversita’ marina con danno all’habitat in cui vive ed in particolar modo nei confronti delle praterie della pianta denominata “poseidonia”.
Il mercato clandestino purtroppo e’ sempre più ingordo di tali prodotti a rischio di estinzione e quindi vi e’ una cattura selvaggia del mollusco in argomento. Peraltro, tale danno all’ambiente trova come contropartita un esiguo introito considerato che il ricavo da un mollusco e’ pari a circa 10 euro.
Peraltro, la presenza di tali molluschi e’ indice anche di ambiente ecologicamente sano, ... “intelligenti pauca”.

Pinna Nobilis