VETERINARIO DENUNCIATO PER PECULATO
Tra
il 2009 ed il 2010, un medico veterinario della provincia di Lecce,
ha omesso di comunicare alla A.S.L. di Lecce, l’avvenuta
somministrazione di n. 120 vaccini ad animali domestici, omettendo
quindi di rilasciare la prescritta fattura riportante l’intestazione
della A.S.L. competente.
L’obbligo
della comunicazione alla A.S.L. nasce dal fatto che il
professionista, oltre ad essere dipendente della ASL di Lecce,
esercita per opzione l’attività libero professionale intra-moenia
allargata sempre nella sua qualità di veterinario, presso uno studio
allestito e gestito a sue spese.
Infatti
il contratto tra la A.S.L. ed i professionisti che esercitano
l’attività di intramoenia allargata prevede che al medico spetti
una percentuale intorno al 70% delle somme incassate, mentre la
restante parte è di spettanza dell’Azienda Sanitaria.
Il
veterinario, omettendo di comunicare all’A.S.L. gli incassi delle
prestazioni rese nell’esercizio delle sue funzioni, si è
appropriato indebitamente di un ammontare complessivo di euro
1.441,00, provocando, in tal modo, da un lato il mancato versamento
dell’I.v.a. (pari ad euro 620,00) nelle casse dello Stato e
dall’altro il mancato introito per euro 821,00 nelle casse
dell’A.S.L.
Le Fiamme Gialle della
Tenenza di Maglie, al termine degli accertamenti consistiti, tra
l’altro, in appositi servizi di osservazione nelle immediate
adiacenze dello studio nonché attraverso escussione diretta di
alcuni clienti frequentatori dello stesso, hanno denunciato
all’Autorità Giudiziari competente il professionista per il reato
di peculato.
SEQUESTRATI QUASI 800 ARTICOLI PRIVI DI
ETICHETTATURA MERCEOLOGICA
All’esito
di specifiche attività poste a tutela del mercato dei beni e
servizi, è stata portata a termine una operazione in materia di
sicurezza prodotti; a conclusione di un controllo nei confronti di un
commerciante di Maglie, esercente l’attività di commercio al
dettaglio di abbigliamento ed accessori, sono stati sequestrati
amministrativamente quasi 800 articoli di bigiotteria, tra i quali:
-
130 bracciali in metallo
e plastica;
La responsabile è stata
segnalata al competente Organo amministrativo per violazione alla
normativa che prevede il divieto di commercio sul territorio
nazionale di qualsiasi prodotto o confezione di prodotto che non
riporti, in forme chiaramente visibili e leggibili, le indicazioni
merceologiche e di sicurezza; per l’inosservanza delle citate
disposizioni al trasgressore sarà ora comminata una sanzione
amministrativa da 516 a 25.823 euro.
Le
attività condotte nel particolare settore dalle Fiamme Gialle
leccesi, si collocano tra quelle poste in essere dalla Guardia di
Finanza a tutela del corretto funzionamento del mercato dei beni e
servizi, a presidio, cioè, della legalità e della correttezza dei
movimenti delle merci provenienti da paesi extra UE, allo scopo
precipuo di tutelare la salute dei consumatori.
Le
merci sequestrate, che per le loro modeste dimensioni possono essere
facilmente ingerite da bambini e provocare danni alla salute, non
recano, infatti, le prescritte indicazioni:
-
dell’eventuale
presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno
all’uomo, alle cose o all’ambiente;
-
dei materiali impiegati
e dei metodi di lavorazione, ove questi siano determinanti per la
qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto;
-
circa le istruzioni e le
eventuali precauzioni e destinazioni d’uso, ove utili ai fini di
fruizione e sicurezza del prodotto.
Il servizio è stato
effettuato dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza
di Lecce.
IMPRENDITORE FA SPARIRE LA MERCE
DAL MAGAZZINO E NE SIMULA LA DISTRUZIONE
LA GUARDIA DI FINANZA LO
SCOPRE
Scoperto
imprenditore operante nel Nord salento, nel settore del commercio del
vetro, mentre simulava la distruzione di merce di magazzino del
valore di circa 39.000 euro per evadere le imposte sui redditi e
l’I.V.A..
L’imprenditore
aveva segnalato alle Fiamme Gialle, come da norme di legge,
l’intenzione di voler procedere alla distruzione di merce di
magazzino, dichiarata non commercializzabile perché vecchia ed
obsoleta, del valore di circa €. 39.000,00.
I
militari che avevano elementi per considerare in corso un
comportamento illecito, hanno effettuato approfondimenti sul processo
distruttivo dei beni dichiarati fuori uso rilevando che
l’imprenditore rimandava, a dimostrazione dell’avvenuta
distruzione, alla ditta autorizzata allo smaltimento dei rifiuti
asserendo che la stessa aveva provveduto al ritiro della merce.
La
versione fornita non ha convinto i Finanzieri che hanno effettuato
mirati riscontri presso la ditta autorizzata alla distruzione della
merce che non è risultata invece essere intervenuta, scaturendone la
simulazione della distruzione della merce medesima.
Senza
la scoperta dell’”escamotage” l’imprenditore avrebbe potuto
giustificare l’assenza in magazzino della merce che in realtà,
come previsto dalla legge, è stata considerata venduta senza
l’emissione di alcuna fattura o altro documento fiscale e quindi in
evasione d’imposte.
L’attività
di servizio è stata svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Lecce.