La Guardia di Finanza becca 450 evasori del canone Rai
 

Il pagamento del canone Rai trova il proprio fondamento nella norma che sancisce che chiunque detenga nell’ambito familiare o in locali aperti al pubblico o comunque fuori dall’ambito familiare, o che impieghi a scopo di lucro diretto o indiretto, uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive è obbligato al pagamento del canone.

Il mancato pagamento dello stesso, da parte degli abbonati, può essere accertato dalla Guardia di Finanza, che procederà a comminare una sanzione amministrativa di importo compreso tra euro 103,29 ed euro 516,45, più una seconda sanzione di 103 euro per non aver pagato la tassa di concessione governativa (che corrisponde al 4 per cento dell’importo complessivo del canone Rai), oltre al pagamento di 99,60 euro della tassa e gli interessi di mora per non aver versato il dovuto alla Rai nei tempi previsti.

Eguale sanzione è prevista a carico di quanti detengano apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive fuori dall'ambito familiare senza essere titolari di abbonamento speciale. D.L.C.P.S.31/12/1947 n.1542

Nel corso dei primi otto mesi dell’anno, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce ha effettuato, a contrasto dell’evasione del canone radiotelevisivo, specifici interventi nei confronti di titolari di abbonamenti speciali, ovvero soggetti che utilizzano gli apparecchi radiotelevisivi all’interno di esercizi commerciali. In tale comparto, nei primi otto mesi dell’anno sono stati effettuati 732 controlli, nel corso dei quali sono state riscontrate 450 violazioni.

Tali interventi assolvono ad una duplice fine, quello di recuperare il canone dovuto e non corrisposto e di portare all’emersione di quei soggetti che fino ad allora erano rimasti nell’ombra e che per gli anni successivi si vedranno recapitare il c.d. “bollettino RAI”.