----- Original Message -----
From: "Andrea Abate" <andrea.abate@gmx.de>
To: <dinovalente@galatina.it>
Sent: Saturday, August 08, 2009 12:40 AM
Subject: Disillusione e passione

Aristotele sicuramente non sbagliava nel definire l'uomo uno "zoon politikon", un essere che tende per sua natura a socializzare. In che modo? Costituendo con altri comunitá che si danno regole e si organizzano.
Lo stesso filosofo vedeva nel "logos" l'altra caratteristica essenziale della specie umana.  È interessante notare come l'espressione "logos" non indichi solo la capacitá di astrarre e di esprimersi ma anche quella di distinguere il bene dal male.
 
Il "disincanto del nulla" di Valentina Chittano mi riporta indietro di circa 20 anni, quando alcuni concetti di uno dei piú famosi trattati di Aristotele, "la Politica", si imprimevano nella mente di uno studente liceale assetato di conoscenza.
Non so se Valentina abbia voluto richiamare intenzionalmente il pensiero del celebre filosofo o se si tratti della sua forma mentis basata sulla cultura classica.

Mi riferisco innanzitutto alla contrapposizione tra la politica, intesa come somma attivitá umana volta al conseguimento del bene collettivo, e la sua degenerazione dovuta al prevalere degli interessi privati dei governanti. Questi ultimi diventano veri e propri oligarchi, le cui azioni sono finalizzate esclusivamente al mantenimento del potere e dei suoi benefici personali.
 
In secondo luogo alla politica come mezzo non solo per perseguire ma anche per insegnare la virtú.
La "polis" è la logica estensione della famiglia: solo all'interno di una polis ben amministrata le giovani generazioni possono dispiegare le proprie capacitá e realizzarsi pienamente.
 
Leggo nel "disincanto del nulla" da una parte la disillusione per speranze non avveratesi, dall'altra un appello appassionato al ritorno a quella che è la Politica con la "P" maiuscola, come sopra descritta. 

Vorrei ribattere dialetticamente a questa disillusione constatando che tra i politici ce ne saranno sicuramente alcuni abietti, cosí come altri particolarmente virtuosi.
La stragrande maggioranza di loro tuttavia rispecchia dal punto di vista etico la societá che li ha eletti.
 
Risulteró magari irriverente, ma ritenere la politica un'attivitá superiore, avente implicazioni sulla virtú dei cittadini governati e sulla formazione delle nuove generazioni, potrebbe essere un errore di valutazione che ci portiamo avanti da oramai 2400 anni.
 
Andrea Abate