OTTOCENTO, Opera popolare sui martiri di Otranto

Il libro di Maria Corti “L’ora di tutti” diventa un musical con la supervisione artistica di
FRANCO BATTIATO, la regia di FREDY FRANZUTTI, le musiche di FRANCESCO LIBETTA e
ANGELO PRIVITERA, il corpo di ballo del BALLETTO DEL SUD, la produzione di FARM e
COMUNE DI OTRANTO.

Prima nazionale il 7 agosto a Otranto (Lecce) nei fossati del Castello Aragonese.

Debutterà ad agosto in Puglia, nella splendida cornice del Castello Aragonese di Otranto, un’opera
popolare con la supervisione artistica di Franco Battiato.
Ottocento è una produzione liberamente ispirata al romanzo di Maria Corti “L’ora di tutti”, che narra
il drammatico assedio di Otranto del 1480 da parte dei Turchi e la decapitazione di ottocento
uomini della città salentina che rifiutarono di convertirsi alla religione islamica.
Lo spettacolo - prodotto da Farm in collaborazione con il Comune di Otranto e con il patrocinio della
Regione Puglia - vuole cogliere la componente realista della stesura e lo spirito avventuroso della
vicenda attraverso le sonorità di un’opera popolare che tra parti recitate, brani cantati e coreografie
ridarà vita a una storia che pochi conoscono.

Gli abitanti di Otranto, allora uno dei porti più importanti della regione, seppero difendersi per
quindici giorni prima di cedere all’invasione e questa resistenza consentì all’esercito del re di
Napoli di organizzarsi e avvicinarsi a quei luoghi, impedendo che le truppe turche dilagassero per
la Puglia. Quel sacrificio di ottocento pescatori, artigiani, pastori e agricoltori - uomini di una città
periferica, caduti nella rete di un grande destino - ancora oggi non ha ricevuto il riconoscimento
che meriterebbe.

La prima nazionale dello spettacolo è in programma a Otranto venerdì 7 agosto 2009, con due repliche,
sempre a Otranto, l’8 e il 9 agosto. La rappresentazione si svolgerà all’interno dei Fossati
del Castello, con l’allestimento di un vero e proprio teatro che potrà ospitare 1000 spettatori. La
produzione ha voluto coinvolgere nella realizzazione di Ottocento gli abitanti della città: molti parteciperanno
come comparse allo spettacolo e alcuni sono i discendenti degli otrantini che difesero
la città. Il cast dello spettacolo è composto da giovani attori di talento, intorno ai 30 anni, con
grandi qualità di recitazione e canto.
Otranto - fonte di ispirazione e palcoscenico ideale per il “lancio” dell’opera - è ricostruita come
luogo della memoria e della fantasia e la rappresentazione diventa un viaggio nel territorio delle
emozioni, con la paura dell’invasione, del nuovo, di quello che potrebbe modificare la nostra vita,
nel bene e nel male. Gli spettatori potranno così legare alle storie dei protagonisti desideri, dubbi
e angosce. E chiedersi: «riusciremmo a restare noi stessi con i nostri valori, in una situazione analoga?
E se avessimo solo un’ora a disposizione, la nostra ultima ora?».

La ricchezza dei registri linguistico-stilistici fa del libro della Corti una “partitura musicale”. Il
testo si tramuta in copione, le note e i commenti in regia. Le riflessioni e gli stati d’animo sono
fonte ispiratrice per le canzoni dei protagonisti e per i cori. Otranto è descritta dalla penna della
scrittrice in maniera nuova e metaforica, attraverso il racconto di cinque personaggi intrecciati tra
loro. Ogni racconto è narrato in prima persona dai vari protagonisti legati a varie vicende (come
l’amore verso la propria terra, la battaglia contro il nemico comune, la difesa dei propri valori fino
alla morte). Nella prima parte è narrata la storia di un pescatore di nome Colangelo. Questi, con
tutti i suoi compagni, era di guardia sulle mura della città e per difenderla sacrificò la propria
vita. Nel secondo racconto il personaggio principale è il capitano Zurlo, il governatore di Otranto.
Anche lui, nell’intento di difendere la propria terra, muore. Protagonista del terzo episodio è una
donna: Idrusa, la bellissima vedova di un uomo che non amava, uccisa mentre cercava di salvare
un bambino catturato da un soldato turco. Nel quarto episodio troviamo Nachira, che faceva parte
del gruppo degli ottocento otrantini che rifiutarono di farsi musulmani e morirono decapitati. La
sezione conclusiva del romanzo è dedicata al ritorno alla vita della città dopo la liberazione dai
Turchi ed è raccontata da Aloise de Marco.

Franco Battiato ha supervisionato ogni aspetto della produzione, dai costumi alle musiche. In particolare
ha seguito la fase di composizione realizzata dal pianista Francesco Libetta e da Angelo
Privitera - stretto collaboratore di Battiato - che ha curato arrangiamenti e orchestrazione.
Le musiche verranno eseguite da una ensemble dal vivo, l’Otranto orchestra. I 40 elementi del coro
Voces Terra d’Otranto nello spettacolo saranno interpreti del popolo otrantino, dei turchi saraceni,
dei soldati spagnoli e dei frati del Convento di Casole. Lo spettacolo ha l’impostazione di un’opera
popolare che, quindi, procede con un soggetto essenzialmente recitato e con delle parti cantate da
solisti e coro. Non si può definire un musical perché il soggetto con tragico epilogo non può essere
tradotto attraverso gli stilemi del genere o della commedia musicale italiana; ma la comprensione
dei testi, recitati e cantati, la facile comunicazione ideata per un pubblico vario e inesperto, inquadra
lo spettacolo nella categoria dell’opera popolare.
Le parti danzate sono affidate a Fredy Franzutti che cura anche la regia dello spettacolo. Interpreti
saranno i 20 danzatori del Balletto del Sud, mentre le coreografie sono una sintesi di tradizione
popolare, accademismo formale, elementi di danze orientali.
La Corti descrive la città come “costruita di pietra bianca, porosa e robusta insieme”. Le scene
sono realizzate con speciali videoproiettori che riproducono sulle grandi mura del castello una
scenografia virtuale ispirata alle opere pittoriche di Nino Della Notte, uno dei più grandi pittori salentini,
che ha saputo raccontare la propria terra in modo nuovo e carico di suggestioni.
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