RUBATA UNA STATUA DELLA MADONNA DALLA TOMBA DI GAETANO MARTINEZ
Galatina, 21 marzo - "Devono essere andati attrezzati per tagliare il tondino di bronzo che la fissava alla nicchia"- Rita Martines, nipote di Gaetano Martinez, racconta con commozione al telefono come ha scoperto, qualche giorno fa, che dalla tomba dello zio era scomparsa la statuetta della Madonna, opera dello stesso scultore.
Eppure  la zona del cimitero di Galatina in cui è situato il "giardinetto" che la ospita è abbastanza vicina alla camera mortuaria ed è subito dietro la cappella dell'Addolorata. Una croce tracciata sul terreno dai mattoni, un stele in pietra leccese alta al centro con il solo nome dell'artista e subito sotto la nicchia che conteneva la statuta della Madonna portata via ed, ai lati, altri due bassorilievi in bronzo collocati su altrettanti piccoli menhir.
"Andrebbero restaurati - dice la nipote dello scultore galatinese - Sarebbe, poi, meglio sostituirli con delle copie e conservare gli originali al museo. La tomba è privata ma sorge su un terreno che venne  donato dal Comune. Furono i suoi fratelli a decidere che doveva essere decorata con le tre opere che per quasi sessantanni sono rimaste inviolate ". Il furto, già denunciato ai Carabinieri, dovrebbe essere avvenuto, seconda una ricostruzione considerata attendibile, fra il 9 ed il 10 marzo. 
Chi ha rubato quell'opera ne conosce il  valore (30000 euro?) e tenterà certamente di venderla clandestinamente.
L'interesse per le opere di Martinez, era rimasto sopito per quasi quarantanni. Si riaccese nel 1999, dopo una mostra voluta e curata da Vittorio Sgarbi. Solo qualche settimana fa è stato scoperto un maldestro tentativo di spacciare per veri disegni di Martinez delle pessime riproduzioni ricavate, presumibilmente, proprio dal testo di Valeria De Vitis e Marisa Fortuzzi dedicato agli scritti e disegni dello scultore.

Ottimi approfondimenti su Gaetano Martinez si trovano sul sito www.gaetanomartinez.it curato dai pronipoti Minafra.

Tomba di Gaetano Martinez con Madonna Tomba Gaetano Martinez il 21 marzo 2010