Precetto Pasquale nello stabilimento Colacem
Il Vescovo: nessuno deve perdere il lavoro!
Galatina, 25 marzo - "Nessun posto di lavoro deve andare perduto. La Colacem
è un'azienda seria ed attenta al sociale. E' una grande
famiglia. Per questo ogni anno veniamo qui a celebrare il precetto
pasquale. A Colacem perciò diciamo: nessuno deve rimanere senza lavoro". Quando monsignor Donato Negro, alla fine della messa,
ha pronunciato queste parole la sala è esplosa in un applauso
liberatorio. Un consenso all'auspicio del Vescovo di Otranto che
è sembrato uscire dal cuore di tutti i lavoratori del
cementificio galatinese presenti, insieme alle loro famiglie, nella
sala riunioni trasformata in cappella.
C'erano anche i dipendenti delle ditte esterne, da sempre considerati
facenti parte della "grande famiglia Colacem" ma da sempre anche coloro
che più rischiano il posto di lavoro.
"La crisi cominciata nel 2008 non è ancora finita -aveva detto poco prima Massimo Angeli, responsabile del personale di tutto il gruppo Financo - Si spera in una ripresa nel 2011". "In questi due anni abbiamo ridotto la produzione ma non siamo stati fermi - aveva aggiunto. Abbiamo chiesto a tutti di stringere i denti per andare avanti. Stiamo lavorando per trovarci pronti quando il mercato ricomincerà a tirare. Per utilizzare al meglio questo impianto ha guardato anche all'Africa ed ora qualche frutto si comincia a vedere.
Non possiamo però fare tutto da soli. Ognuno deve svolgere la sua parte, anche i politici". Ad ascoltare c'erano Daniela Vantaggiato, candiadata sindaco per il centro sinistra e Maurizio Fedele per il Pdl.
"Parlo del CDR (un combustibile che si ricava dal riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, ndr). Chi ha il potere deve prendere le sue decisioni -aveva precisato Angeli. L'abbattimento
dei costi passa anche attraverso l'utilizzo di questo combustibile.
Colacem è un'azienda solida ed è pronta ad
affrontare le sfide del futuro".
"In Italia si è passati da 48 milioni di tonnellate
annue di cemento prodotte prima della crisi ai 32 milioni dello scorso
anno -aveva poi precisato Aldo Moraldi, direttore tecnico centrale di esercizio - Equivale
a dire che, nel nostro paese, avremmo potuto fare a meno di dieci
cementerie come questa. La forza di Colacem rispetto ai concorrenti
è quella di avere degli stabilimenti nuovi. Il fiore
all'occhiello rimane sempre questo di Galatina ma anche gli altri
sono impianti moderni ed efficienti".
A spingere ad immaginare il futuro con un certo cauto ottimismo ci aveva pensato Giovanni Vincenti, direttore dello Stabilimento di Galatina. "Qualche piccola luce in fondo al tunnel comincia a vedersi - aveva affermato. In
questi due anni abbiamo dovuto risparmiare su tutto. Abbiamo dovuto
chiedere sacrifici a tutti. Lo abbiamo fatto con la certezza di avere
alle spalle un'azienda che non lascia soli, a partire dai suoi
titolari, i fratelli Colaiacovo, sempre presenti sul campo".
Al termine della celebrazione eucaristica, Egidio Gemma, Fernando Giaccari e Lorenzo Verardi, hanno ricevuto una pergamena a ricordo dei venticinque anni di lavoro prestato in Colacem.
Sono stati, inoltre, premiati con una borsa di studio Giuseppe Cesari e Alessandra Margari, figli di dipendenti che si sono diplomati lo scorso anno con ottimi voti.