19 settembre 2010 – Parrocchia di San Sebastiano in Galatina – Insediamento di don Dario De Pascalis

Eccellenza Reverendissima, un certo protocollo suggerirebbe di riempire questo momento con un ringraziamento a Lei per l’attenzione che ha dimostrato verso la nostra comunità scegliendo un nuovo parroco alla guida di “San Sebastiano”. In tutta onestà, se mi posso permettere, questo consiglio è sembrato inizialmente quasi crudele. Un istinto affettivo ha preso il sopravvento: la scelta del vescovo ci impone un saluto non facile, come si può ringraziare per un addio?

Nel farci questa domanda avevamo davanti solo il viso di don Aldo, il suo sorriso composto, i suoi occhi attenti e malinconici. Poi a quel viso, a quel sorriso, a quegli occhi si sono accostati il viso, il sorriso e gli occhi di don Dario che in questi giorni ha fatto capolino con discrezione sotto la nostra tenda. Un viso diverso, sul quale l’esperienza non ha ancora tracciato solchi profondi; un sorriso spigliato ed occhi timorosi ma vivaci. Allora abbiamo capito. Con la celebrazione di oggi non perdiamo don Aldo ma guadagniamo don Dario. Ciò che don Aldo ci ha donato in questi quattordici anni, con saggezza e moderazione, non svanisce con questo passaggio di testimone. Non ci accorgiamo che il suo insegnamento ad essere costanti nell’impegno è già azione concreta in tutti noi? Non esisterebbe un coro se il sacrificio e la voglia di fare non spingessero questi giovani a ritrovarsi più volte a settimana per pregare cantando; non ci sarebbero gli scout se i capi mollassero le redini ed i loro ragazzi considerassero la camicia azzurra una divisa come un’altra; i ministranti non si dedicherebbero con passione a servire la mensa del Signore in ogni circostanza; non avremmo letto “…in Dialogo” per dieci anni, senza la pausa neanche di un mese, e non potremmo leggerlo ancora se lo sprone ad andare avanti non riecheggiasse in ogni istante nel nostro cuore.

Don Aldo è in quello che quotidianamente facciamo per la nostra comunità e non si perderà. A questa ricchezza da oggi abbiamo la possibilità di aggiungere quella che don Dario freme di condividere. Ne ha tanta. Lo vediamo da come muove le mani, pronte soprattutto a dare ma certe di ricevere, da come parla con noi, dal suo desiderio di conoscerci e farsi conoscere.

Allora il ringraziamento diventa d’obbligo, Eccellenza. La scelta di affidare i fedeli di “San Sebastiano” a don Dario è stata di certo ponderata e dettata dal bene che Lei nutre per questa grande famiglia che vive ed opera sul colle di Galatina. Grazie perché, pur non perdendo mai la nostra identità, sappiamo oggi di avere in piazza San Pietro un’altra casa in cui non saremo mai degli estranei. Anzi, ci viene offerta la possibilità di essere un esempio reale di vera e sana collaborazione interparrocchiale che difficilmente si è potuta vedere in questa cittadina. Ed il primo passo per la grande e splendida impresa di diventare “palestra di comunione” non può essere che la preghiera. La beata Elisabetta della Trinità, carmelitana francese, ci ha lasciato un messaggio significativo in tal senso: “che bella cosa pregare l’uno per l’altro, darsi appuntamento presso il buon Dio, dove non esiste più né distanza né separazione”.

Da questo pensiero tutta la comunità di “San Sebastiano” vuole ripartire. Pregheremo gli uni per gli altri, caro don Dario, caro don Aldo, affinché i nuovi sentieri che la storia sta tracciando per tutti noi siano sempre accompagnati dalla mano amorevole del Padre.

Grazie, Eccellenza: continui a vegliare su questa grande famiglia che ha a cuore la solidarietà e la pace.

Grazie, don Aldo: ciò che pensiamo di te ormai non ha più bisogno di parole per essere espresso. Le lacrime di commozione dei bambini dicono tutto.

Grazie, don Dario: hai accettato una sfida difficile ma senza dubbio entusiasmante. Siamo pronti a camminare con te, a lavorare con te, a costruire con te, a pregare con te.

GRAZIE

(testo di Valentina Chittano)



Il testo del discorso di don Dario De Pascalis

Ho visto traiettorie di gabbiani in volo, ali giovani planare sugli scogli e piume cariche di vento accarezzare le onde del mare. Ho visto giovani gabbiani lasciarsi cullare dalla forza dello Spirito Santo e ho ascoltato il battito del loro cuore alla ricerca dell’amore vero, l’unico che dà senso all’esistenza: sono i nostri seminaristi i giovani gabbiani del cielo della nostra diocesi. Nel mio cuore ci sarà sempre uno spazio, un anfratto, un angolo tutto per voi.

Siate docili alla voce del Signore e fidatevi dei suggerimenti di coloro che vi sono posti accanto come guide e maestri. Da parte mia, vi auguro ogni bene e ogni gioia.

Al Rettore don Giuseppe Persano e all’intera èquipe educativa auguro un anno formativo ricco di ogni bene.

Ai genitori dei seminaristi, agli amici del personale, ai benefattori, agli amici tutti del seminario e agli animatori del Centro Diocesano Vocazioni rivolgo un sincero grazie: affetto, stima, rispetto, gratitudine, servizio e collaborazione sono stati gli ingredienti, che hanno fatto di noi una bella famiglia.

E, stasera, entro in questa grande tenda, dimora di Dio e dell’uomo, in punta di piedi, senza fare rumore e con tanta trepidazione dentro. Il Signore mi dia la forza di continuare a realizzare tutto ciò che i miei predecessori, don Mario Rossetti, don Pietro Mele e don Aldo Santoro hanno iniziato.

A quest’ultimo va un grazie speciale e doveroso per l’accoglienza paterna, per l’incoraggiamento e, soprattutto, per la preghiera con cui, insieme alla comunità tutta, mi ha accompagnato in questo periodo di preparazione. Saluto don Pietro Malorgio con cui vivrò in spirito di comunione a servizio di questa parte di popolo di Dio. Egli, ne sono certo, mi aiuterà a muovere i primi passi di parroco con amore e pazienza.

Carissimi parrocchiani, qui, in questa tenda, spezzeremo il pane dell’Eucarestia, ci disseteremo alle sorgenti dell’acqua della Parola di Dio e, seduti attorno al fuoco, riscalderemo i nostri cuori, racconteremo la nostra fede e cresceremo nell’amore verso il Signore.

Insegneremo ai nostri bambini il girotondo festoso della vita, aiuteremo i nostri adolescenti a scoprire i disegni di Dio nella loro esistenza e sosterremo i nostri giovani nelle loro scelte concrete.

Nei momenti di difficoltà e di tempesta, che nella vita non mancano mai, con forza, puntelleremo i pioli per terra e rafforzeremo le funi della nostra tenda. Insieme percorreremo i sentieri del colle San Sebastiano per andare incontro all’uomo con le sue necessità, le sue ansie e le sue gioie.

Ci impegneremo a vivere incarnati nella storia e nella società e, nel rispetto reciproco dei ruoli e delle competenze, collaboreremo con le autorità politiche e militari per la promozione del bene comune. Ad esse va tutto il mio grazie per il servizio delicato, che svolgono nella nostra città e, soprattutto, per la partecipazione a questo momento intenso di preghiera.

Ecc.za Rev.ma, la ringrazio per l’affetto, la stima e la fiducia riposta nella mia persona nell’affidarmi questa bellissima comunità parrocchiale, con la quale mi impegnerò a camminare in comunione di intenti con il suo magistero. Porgo un saluto a tutti i confratelli che hanno partecipato alla preghiera. Grazie per i segni di comunione presbiterale con cui avete sempre riempito il mio cuore e, che anche questa sera, non mi avete fatto mancare. Ai confratelli presbiteri, che vivono il loro ministero pastorale su Galatina, tutta la mia disponibilità per qualsiasi tipo di cooperazione pastorale.

Il Signore, che conosce le nostre fragilità e le nostre umane debolezze, ci affianchi e ci accompagni nel nostro cammino, perché i nostri sogni si realizzino tutti.


E termino salutando, come fanno i nostri scout: “buona caccia a tutti!”.