----- Original Message -----
From: Gianpiero Bruno Sticchi
To: dinovalente@galatina.it
Sent: Friday, May 22, 2009 10:07 AM
Subject: Spazi comuni

Gentile Dino Valente,
utilizzo questo spazio per fare alcune considerazioni su quello che è stato scritto negli ultimi giorni a proposito dello stato di degrado degli spazi pubblici e dei marciapiedi. Vorrei innanzi tutto sottolineare e ribadire una cosa che, amche se scontata, non fa male risentirla, cioè che tutto ciò che non è privato risulta essere un bene comune, che viene dato in custodia a un'aministrazione delegata della gestione. Quindi se un privato utilizza temporaneamente per interessi personali parti di spazi pubblici, questi deve corrispondere alla comunità un'adeguato compenso, sotto forma di un canone. Quindi la delegata amministrazione, una volta giudicata a norma un determinato intervento, concede, sotto forma onerosa e limitata nel tempo, parti di spazio pubblico. L'incasso di questa attività dovrà servire a migliorare i servizi e la manutenzione del bene comune. Per legge anche gli incassi delle multe devono essere spesi per la manutenzione delle strade e la sicurezza stradale.
Un cittadino ha il diritto di chiedere all'amministrazione quale sia l'incasso proveniente dalle aree pubbliche date in concessione e dalle multe, e sapere quale sia stata la destinazione di tali introiti.
Ciò premesso voleva introdurre una proposta, cioè le richieste di spazi pubblici provenienti dai privati devono essere corredate da una proposta di miglioramento complessivo dell'area interessata, cioè la richiesta deve comprendere l'effettiva disponibilità dell'area o le misure degli interventi necessari al mantenimento della sua funzione principale. Ad esempio se viene richiesto uno spazio per un dehor o per una armadio servizi su un marciapiede, nella richiesta deve essere specificato che è garantitito lo spazio per far svolgere al marciapiede la sua funzione, cioè il transito dei pedoni. Se ciò non è garantito, il proponente deve coinvolgere l'amministrazione con un progetto di riqualificazione dell'area che deve essere realizzato a sue cure e spese.
Per quanto riguarda il degrado degli spazi pubblici e i pericoli che ne derivano, non trovo nulla di scandaloso nel vedere che un privato finanzia un intervento con l'obiettivo di farsi un po' di pubblicità in modo decoroso, se ciò evita incidenti e dà una mano all'amministrazione. Del resto si vedono dappertutto frasi del tipo: "questa panchina è stata gentilmente offerta dal signor...." o "quest'ambulamza e stata donata dalla signora....". Faccio un quesito: in periodo di elezioni, come questo, cosa farebbe più piacere alla comunità, tutto il delirio di manifesti che si vedono in giro? oppure vedere la frase "quest'altalena è stata gentilmente offerta dal candidato....." oppure "quest'aiuola è stata curata col contributo del partito ....".
Passo ad un altro argomento: i marciapiedi. Premesso che il traffico, sia esso pedonale, ciclabile o automobilistico, è assimilabile a un liquido, quindi si "allarga" in tutto lo spazio messo a disposizione, ne deriva che da una situazione costituita da strade larghe, marciapiedi stretti e pieni di insidie e l'assoluta mancanza di ciclabili, invoglia l'utente a effettuare lo spostamento con il mezzo più comodo, sicuro e veloce, che nella situazione sopra descritta non può che essere l'auto. A questo punto, e può sembrare una provocazione, si deduce che la soluzione definitiva per eliminare il traffico automobilistico sia quella di stringere le strade e allargare i marciapiedi, infatti solo in questo modo si può garantire al pedone una qualità del percorso soddisfacente e soprattutto più conveniente dell'uso dell'automobile. Vorrei, a questo proposito, che si provi a immaginare una passeggiata su Corso Porta Luce e una su Via Pincipe di Piemonte. Il risultato non dovrebbe essere lo stesso. Allora perchè non fare Corso Porta Luce a senso unico, o addirittura pedonale vista la vocazione commerciale, e allargare i marciapiedi?
Una delle proposte che fanno i tecnici che si occupano della circolazione stradale, per ridurre il traffico, è quella di agire su quella che è definita "ripartizione modale", cioè invogliare all'utilizzo di un mezzo piuttosto che un altro. Spero che queste mie righe non siano considerate semplici provocazioni, ma piuttosto siano spunti di costruttive discussioni.
Cordialmente
Gianpiero Sticchi


Gentile Gianpiero,
le Sue sono le interessanti provocazioni di un tecnico che vuole costringerci a pensare. Non possiamo che esserLe grati. (d.v.)