Gentile Dino Valente,
utilizzo questo spazio
per fare alcune considerazioni su quello che è stato scritto negli ultimi giorni
a proposito dello stato di degrado degli spazi pubblici e dei marciapiedi.
Vorrei innanzi tutto sottolineare e ribadire una cosa che, amche se scontata,
non fa male risentirla, cioè che tutto ciò che non è privato risulta essere un
bene comune, che viene dato in custodia a un'aministrazione delegata della
gestione. Quindi se un privato utilizza temporaneamente per interessi personali
parti di spazi pubblici, questi deve corrispondere alla comunità un'adeguato
compenso, sotto forma di un canone. Quindi la delegata amministrazione, una
volta giudicata a norma un determinato intervento, concede, sotto forma onerosa
e limitata nel tempo, parti di spazio pubblico. L'incasso di questa attività
dovrà servire a migliorare i servizi e la manutenzione del bene comune. Per
legge anche gli incassi delle multe devono essere spesi per la manutenzione
delle strade e la sicurezza stradale.
Un cittadino ha il diritto di chiedere
all'amministrazione quale sia l'incasso proveniente dalle aree pubbliche date in
concessione e dalle multe, e sapere quale sia stata la destinazione di tali
introiti.
Ciò premesso voleva introdurre una proposta, cioè le richieste di
spazi pubblici provenienti dai privati devono essere corredate da una proposta
di miglioramento complessivo dell'area interessata, cioè la richiesta deve
comprendere l'effettiva disponibilità dell'area o le misure degli interventi
necessari al mantenimento della sua funzione principale. Ad esempio se viene
richiesto uno spazio per un dehor o per una armadio servizi su un marciapiede,
nella richiesta deve essere specificato che è garantitito lo spazio per far
svolgere al marciapiede la sua funzione, cioè il transito dei pedoni. Se ciò non
è garantito, il proponente deve coinvolgere l'amministrazione con un progetto di
riqualificazione dell'area che deve essere realizzato a sue cure e spese.
Per quanto riguarda il degrado degli spazi pubblici e i pericoli che ne
derivano, non trovo nulla di scandaloso nel vedere che un privato finanzia un
intervento con l'obiettivo di farsi un po' di pubblicità in modo decoroso, se
ciò evita incidenti e dà una mano all'amministrazione. Del resto si vedono
dappertutto frasi del tipo: "questa panchina è stata gentilmente offerta dal
signor...." o "quest'ambulamza e stata donata dalla signora....". Faccio un
quesito: in periodo di elezioni, come questo, cosa farebbe più piacere alla
comunità, tutto il delirio di manifesti che si vedono in giro? oppure vedere la
frase "quest'altalena è stata gentilmente offerta dal candidato....." oppure
"quest'aiuola è stata curata col contributo del partito ....".
Passo ad un
altro argomento: i marciapiedi. Premesso che il traffico, sia esso pedonale,
ciclabile o automobilistico, è assimilabile a un liquido, quindi si "allarga" in
tutto lo spazio messo a disposizione, ne deriva che da una situazione costituita
da strade larghe, marciapiedi stretti e pieni di insidie e l'assoluta mancanza
di ciclabili, invoglia l'utente a effettuare lo spostamento con il mezzo più
comodo, sicuro e veloce, che nella situazione sopra descritta non può che essere
l'auto. A questo punto, e può sembrare una provocazione, si deduce che la
soluzione definitiva per eliminare il traffico automobilistico sia quella di
stringere le strade e allargare i marciapiedi, infatti solo in questo modo si
può garantire al pedone una qualità del percorso soddisfacente e soprattutto più
conveniente dell'uso dell'automobile. Vorrei, a questo proposito, che si provi a
immaginare una passeggiata su Corso Porta Luce e una su Via Pincipe di Piemonte.
Il risultato non dovrebbe essere lo stesso. Allora perchè non fare Corso Porta
Luce a senso unico, o addirittura pedonale vista la vocazione commerciale, e
allargare i marciapiedi?
Una delle proposte che fanno i tecnici che si
occupano della circolazione stradale, per ridurre il traffico, è quella di agire
su quella che è definita "ripartizione modale", cioè invogliare all'utilizzo di
un mezzo piuttosto che un altro. Spero che queste mie righe non siano
considerate semplici provocazioni, ma piuttosto siano spunti di costruttive
discussioni.
Cordialmente
Gianpiero Sticchi
Gentile Gianpiero, le Sue sono le interessanti provocazioni di un tecnico che vuole costringerci a pensare. Non possiamo che esserLe grati. (d.v.)