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From: <stefox55@tiscali.it>
To: <dinovalente@galatina.it>
Sent: Thursday, May 28, 2009 4:56 PM
Subject: “la truffa delle scarpe di ginnastica”

“la truffa delle scarpe di ginnastica”

Una metafora spero efficace per
spiegare in breve quella cristallizzazione del ribelle accaduta in me e
probabilmente in altri cittadini. Accade un po’ di anni fa, certo
almeno 3. Mi si propina l’alternativa della sinistra come possibile
“vittoria” elettorale (parte politica a me vicina per principi ma non
coincidente), così nella speranza di poter col mio contributo cambiare
qualcosa in una “g”alatina corrotta e scempiata dall’incompetenza più
demente e spocchiosa (ingenuamente, penserà facilmente qualcuno che
così giustifica la propria oziosa inattività e dico ciò perché credo
alla politica come dovere di tutti), porto voti come meglio e più
posso.
In altre parole, ho visto ben esposte in una vetrina un
bellissimo paio di scarpe di ginnastica, che meglio si adatterebbero al
mio piede, meglio mi farebbero correre in caso di necessità, non di
meno sarebbe il vantaggio dell’essere al “passo” coi tempi:
versatilità, flessibilità, sapore di giovinezza ecc. ecc. Sicuro del
buon affare le compro, ma quando finalmente le indosso, scopro che il
piede poggia direttamente per terra, non vi è la para. Per rispondere a
qualche lodevole e non ozioso lettore, quindi con stima, vi dico che
non potevo pensare che non avessero avuto il tempo di cucirvi la para,
ne potevo pensare di cucircela io, sostituendomi ad una mancanza per
cui ho pagato. Permettetemi pertanto di afferrare con rabbia quella
scarpa e scagliarla con tutta la mia forza contro il venditore
truffatore.

stefano congedo


Caro Stefano,
La tua è la lettera di un innamorato deluso.
Quanto più grande è un amore tanto maggiore è il dolore nello scoprire che l'immagine che ci si era fatta
dell'amata non corrisponde alla realtà.
La tua metafora, com'è nel tuo stile, va dritta al problema. Persuade perfino.
Non condivido la sua conclusione.
Il 6 e 7 giugno non lancerò quella scarpa contro il venditore! E non perché sia ideologicamente
convinto che come sa fare le scarpe la sinistra (senza fraintendimenti dialettici!) non sa farle nessuno
ma perché penso che il metodo giusto in politica sia quello del "non mollare!".
Ho qualche idea e finchè qualcuno non mi convincerà che è sbagliata continuerò ad impegnarmi per vederla realizzata.
Proverò sempre, caparbiamente, a costruire quella suola mancante.
"Non vinceremo in un giorno ma vinceremo", scriveva Carlo Rosselli,  nel novembre del 1929, sul mensile "Giustizia e Libertà".
Ha avuto ragione lui! Ma la "guerra" non è finita. (d.v.)