To: dinovalente@galatina.it
Sent: Monday, June 22, 2009 8:40 PM
Subject: CORTI IN FIORE

Gentile Direttore,
è da un po' che non scrivo sul suo sempre interessante spazio virtuale, tuttavia Le devo dire che leggo con assiduità quanto viene riportato da tutti coloro che alimentano spontaneamente il blog.

Oggi ho letto l'email dell'architetto Masciullo che mi ha stimolato a scriverle senza però per questo voler entrare nella polemica da lui sollevata.

Come probabilmente ricorderà io risiedo in provincia di Monza (ex Milano) ormai da diversi anni e occupandomi per lavoro di arredo di Centri e Parchi commerciali, ho notato che le Corti come le nostre, sono sempre più spesso prese a modello dai vari progettisti e società promotrici che si cimentano nella progettazione prima e nella  realizzazione poi di strutture commerciali che in qualche modo le ricordano.
 
Un esempio per tutti potrebbe essere il centro "LE CORTI" di Varese.

Ovviamente sono solo delle "tristi" imitazioni che niente hanno a che vedere con le bellisime corti originali che si trovano in Italia e fortunatamente anche nella nostra Galatina.

Penso che Masciullo abbia raccontato a tutti noi una grande verità e probabilmente ciò dovrebbe farci meditare un pochino visto che i turisti le vanno ad ammirare e quando possono se le comprano anche.

Un cordiale saluto.
Alberto Cacciatore

Gentile Alberto,
ciò che Ella ci racconta non mi sembra assolutamente in polemica con nessuno anzi è uno stimolo a "costruire". Quando alcuni  pazzi, 17 anni fa, proposero quell'iniziativa intitolata "Memoria storica. Sotto l'asfalto le nostre radici" furono piuttosto osteggiati dagli amministratori dell'epoca. Il maggiore accento venne allora posto sulla nostra edilizia popolare e sulle nostre corti. Si fecero anche i cartelli che illustravano i palazzi gentilizi ma le pittule furono offerte da chi abitava ancora nelle corti.
Consenta a me di fare un po' di sana e costruttiva polemica. Molti tecnici galatinesi non hanno mai visto di buon occhio Cervellati e lo hanno accusato di aver voluto, con il suo piano, bloccare l'economia galatinese, come se questa dipendesse, esclusivamente,  dalle nuove costruzioni e non potesse ricevere una spinta anche dalle ristrutturazioni e restauri.
Adesso però quegli stessi tecnici vanno in consiglio comunale e fanno mancare il numero legale quando si tratta di discutere di "comparti" la cui approvazione dovrebbe far ripartire l'edilizia. Francamente è una logica che mi sfugge. La verità è che si continua a confondere il ruolo di amministratore con quello di stratega mandato in battaglia per contendere il potere a chi momentaneamente lo detiene.
Povera Galatina senza classe dirigente! (d.v.)