> Vi giro fedelmente la lettera che ho ricevuto il 30 giugno presso il mio
studio:
>
> Egregia dottoressa Antonica,
> A scriverLe e' una
cittadina di Galatina, alquanto disgustata dalle insistenti voci critiche sul
Suo conto. Cosi' come sono disgustata sugli inaccettabili atteggiamenti ostili
di alcuni assessori comunali, nei Suoi confronti.
> Per quanto mi riguarda
invece, Lei e' il miglior Sindaco che questa stupida citta' abbia mai avuto. Si
dico stupida, perche' se non fossimo un popolo di stupidi, apprezzeremmo tutti
gli sforzi che Lei sta facendo per rendere questa citta' più civile.
>
Bene Ha fatto, a far chiudere quella latrina in piazza, (vicino alla pupa) che
emanava un odore sgradevole ogni qual volta le si passava vicino. Eppure c'e'
stato qualcuno capace di lamentarsi, dicendo "e ora dove si va in bagno? " Ma
come? Nel 2009 qualcuno a Galatina ha ancora bisogno di una simile fogna per
liberarsi delle sue esigenze fisiche?
> Ma che razza di gente siamo? Non
ci interessava per niente l'idea che si facevano i turisti ogni qual volta
passavano di la'?
> No cara dottoressa, a mio avviso Lei sta svolgendo
benissimo il Suo lavoro. Da quando c'e' Lei, la citta' e' migliorata tantissimo.
Il centro storico ha subito un rinnovamento degno di una citta' che e' attenta
alla sua storia.
> Ma dico io, come fanno a non apprezzare queste cose?
Come fanno i cittadini a non considerare questi lavori, contro il nulla che
hanno fatto i Suoi predecessori?
> Mi dia retta, continui per la sua
strada e proceda con il Suo lavoro senza mollare la presa nel modo più assoluto!
Lei e' giovane, ha idee giovani, che questa citta' mentalmente vecchia per ora
non e' in grado di capire. Pero' sono sicura di non sbagliarmi quando dico, che
Lei e' forte e riuscira' a far cambiare idea a questo popolo di esaltati, che
tutto fa, ma poi va a vedere, ed e' tutto fumo e niente arrosto.
>
> Non ci abbandoni caro Sindaco, questa citta' ha bisogno di Lei.
>
>
> Con stima
> Una cittadina di Galatina
>
>
> ...perche': "il bene c'e' ma non fa
notizia" (Aldo Moro)
>
> Saluti
> Sandra Antonica
Gentile Sindaco,
se Ella, negli ultimi tre anni,
avesse dedicato il tempo che ha deciso
di mettere a disposizione della Città, ad occuparsi solo ed
eclusivamente dell'amministrazione e della realizzazione delle idee che
possono far crescere e migliorare Galatina, sono convinto che non
saremmo al punto in cui siamo. Credo, invece, che Ella sia stata
"costretta" a sprecare energie e parole per tentare di tenere insieme
persone che, fin dall'origine, non erano destinate a stare una accanto
all'altra. Le loro concezioni della politica e le loro aspirazioni
erano, e sono, troppo diverse per consentire a tutti una pacifica
convivenza. Figuriamoci, poi, se si tratta di perseguire obbiettivi
comuni.
La lettera di questa anonima
cittadina (perché non firma, signora?) lascia l'amaro in bocca
per quello che poteva essere e non è stato.
Ognuno deve fare il mea culpa. Anche
Ella, signor Sindaco, farebbe bene, ogni tanto a cospargersi il capo di
cenere. Anche Ella ha fatto, come tutti noi poveri mortali, i suoi
errori. Mi permetto di ricordarle solo il primo, quello da cui, a mio
sommesso parere, sono venuti tutti gli altri. Ella consentì a
Giuseppe Marrocco, consigliere comunale socialista, di accettare
il voto di Giuseppe De Matteis, Forza Italia, per essere eletto
presidente della Commissione attività produttive. Oggi i
socialisti gridano allo scandalo perché il capogruppo del Pdl,
sulla D7, ha mescolato il suo voto a quelli della ex maggioranza ma non
mi risulta che il rappresentante di quel partito si sia dimesso
dall'incarico avuto con la "contaminazione" di cui sopra. Si sa, in
politica la memoria è corta quando si tratta di se stessi e
diventa lunghissima quando riguarda gli altri.
Caro Sindaco, i suoi studi
classici sicuramente, in questi giorni, Le stanno riportando alla mente
il grande Socrate. Egli, accusato ingiustamente, preferì bere la
cicuta e morire rimanendo libero, piuttosto che violare la legge e
cedere alle lusinghe di chi lo esortava a fuggire per avere salva la
vita.
La cicuta ha un sapore amaro ma, in certi casi, può diventare dolce come il miele.(d.v.)