Gentili lettori,
Vorrei approfondire l’argomento trattato in questi ultimi giorni e cioè l’abbandono degli pneumatici vicino ad alcuni cassonetti della città. Sono rimasto sorpreso dalle affermazioni fatte dal sig. Renato Rossetti secondo il quale gli stessi potrebbero essere stati abbandonati da singoli cittadini che all’atto della sostituzione alla propria autovettura non li avrebbero consegnati al proprio gommista ma avrebbero preferito abbandonarli in questo modo. E’ evidente che la quantità di pneumatici abbandonata non possa appartenere a privati (eccezion fatta per pochi casi) ma ad operatori del settore. Fino a poco tempo fa il fenomeno dell’abbandono accadeva esclusivamente nelle periferie e quindi era meno visibile. Ricordo molto bene l’enorme quantità di pneumatici abbandonati anni fa sul terreno comunale che oggi ospita il crossodromo. Solo dopo molto tempo, incendi che provocarono fumi nocivi sull’intera area e dopo denunce anche alla Procura della Repubblica, il comune provedette bonificare quel suolo. In un altro caso di cui sono al corrente, l’abbandono è avvenuto poco tempo fa in una sola notte e per quantità di circa 500 pezzi su terreno privato. Pertanto la ricerca dei responsabili deve essere fatta su tutti i rivenditori, non solo di Galatina ma del circondario.
La procedura consueta per la sostituzione degli pneumatici prevede che l’acquirente privato paghi al gommista all’atto della sostituzione un contributo che sarà utilizzato dal rivenditore per lo smaltimento affidato ad aziende specializzate. Si potrebbe pensare quindi con facilità, che i gommisti anziché rivolgersi alle aziende per lo smaltimento, si disfino delle carcasse abbandonandole e trattenendo per se i contributi ricevuti dai clienti. Il contributo che il rivenditore paga alle aziende specializzate per smaltire è di circa Euro 2,50/3,00 per un pneumatico di autovettura e di circa Euro 10,00 per pneumatici di autocarro. Il motivo che però a mio parere induce all’abbandono è anche un altro.
Il ritiro delle carcasse avviene esclusivamente tramite emissione di documenti numerati (chiamati formulari dei rifiuti) registrati da emittente e destinatario su appositi registri fiscali. Pertanto dalla contabilità di magazzino dei rivenditori dovrà risultare coerenza fra acquisti, vendite e smaltimento finale.
E’ certo però che alcuni gommisti acquistino pneumatici da mercati paralleli a quelli ufficiali e cioè da fornitori che acquistano dall’estero e vendono senza emettere regolare fattura fiscale. In questi casi i rivenditori che non hanno documenti di carico nei magazzini e che a loro volta non emettono scontrini agli acquirenti privati, sono costretti a trovare soluzioni diverse dallo smaltimento ufficiale, per poter avere in ordine i loro registri di carico e scarico.
Ecco allora che l’abbandono delle carcasse diventa la via più semplice ed economica per risultare in regola nell’eventualità di controlli da parte delle autorità competenti.
Bisogna dire che tali controlli non sono molto frequenti. Forse intensificarli, sarebbe un deterrente per i rivenditori scorretti e renderebbe giustizia a chi lavora correttamente anche se in alcuni casi con prezzi un po’ più alti.
Dino Bandello
Gentile Dino,
le Sue considerazioni sono molto interessanti. Sono certo che i meccanismi da Lei descritti sono ben noti alle Forze dell'ordine. Nel dubbio giro anche a loro la Sua lettera. (d.v.)