Caro Dino,
la situazione è drammatica. Il Nostro Ospedale non è
più tale ma è ormai ridotto ad una casa di cura.
Cito
l'Articolo 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e
garantisce cure gratuite agli indigenti. ...omissis...". Non occorre
commentare un articolo così ben esplicitato ma forse occorre, come da
più parti invocato, cambiare la Costituzione per rendere possibili
certe nefandezze tutte italiane.
Non
vorrei essere nei panni di un atleta che per uno scontro di gioco alla
domenica deve correre a Lecce con le proprie gambe ed una milza rotta e
sanguinante. Non vorrei essere il lavoratore che alle 4 del mattino
incappa in un incidente per cui è richiesto un intervento esageriamo di
rimozione di un corpo estraneo dall'occhio (o forse l'oculistica non fa
questo tipo di interventi già da anni). E non vorrei essere nei
panni del marito di una donna gravida che per condizioni cliniche debba
subire un
taglio cesareo e come 50 anni fa si correva, a piedi o per i fortunati
a cavallo, per raggiungere l'ostetrica od oggi l'anestesista: ebbene
questo sarà il possibile scenario dei prossimi mesi
mancando il medico anestesista.
Ed allora cosa succederà?
Come per una
casa di cura si effettueranno solo gli interventi in elezione e non
come in un ospedale (vero) quelli in urgenza ed in emergenza.
Occorre
protestare, ricordare al
Direttore Sanitario al Presidente
Vendola, al
vice ministro
Fazio, al presidente
Berlusconi e al presidente
Napolitano che la salute è un diritto!
Ho amici Galatinesi medici
anestesisti ed ho chiesto il motivo per cui non ritornano da Milano,
Torino, Roma a lavorare a Galatina la risposta è sempre la stessa: NON
ci sono le condizioni sufficienti a svolgere un lavoro così difficile
ed impegnativo in un Ospedale in quelle condizioni. Per non parlare del
contratto a tempo determinato!!!
Il Popolo deve ribellarsi, il Popolo non deve accontentarsi!
Cordiali Saluti
Salvatore Tarantino
Caro Salvatore,
prima che si ribelli il popolo devono
essere gli stessi operatori sanitari a rifiutarsi di lavorare in certe
condizioni. Alcuni coraggiosamente lo fanno. Altri tirano a campare.
Intanto il nostro Ospedale diventa ogni giorno di più l'ombra di
quel che era.(d.v.)