Gentile Direttore,
non vorrei trasformare il suo quotidiano d’informazione in un’arena di polemiche, ma mi sembra doveroso chiarire il senso delle mie riflessioni, che evidentemente non ho ben esposto se sono state fraintese.
Tranquilli galatinesi, nessuna onda anomala vi investirà quest’estate! Tranquilli, il fanatismo religioso è cosa d’altri tempi, semmai oggi si può parlare di sano affetto di alcuni parrocchiani verso chi il Signore pone come loro guida spirituale…e non mi sembra che ciò sia il male del secolo ma realtà auspicabile in ogni parrocchia.
Mi spiace che le mie parole abbiano scandalizzato, tenuto conto che mi sono limitata a registrare ciò di cui son testimone oculare. Si vuol forse negare che nell’aria aleggiasse l’interrogativo sul parroco venturo? Così, pour parler, l’argomento era frequentissimo nei discorsi quotidiani che mi son trovata ad ascoltare nella mia e nelle altre parrocchie. “Toto-scommesse” è forse termine inappropriato? È vero, ma era solo un modo icastico, anche se non strettamente pertinente, per scherzare su questo movimento di ipotesi a confronto.
Se sbaglio ho commesso, in effetti, è stato quello di parlare a nome di una categoria intera. Ma, gentile parrocchiana, posso garantirle che quanto scritto nella precedente lettera rispondeva al sentimento della maggior parte dei nostri parrocchiani – con le eccezioni, è chiaro -…e, le assicuro, parlo con cognizione di causa perché ho avuto il privilegio di ascoltare e registrare le loro voci. Chiedo, perciò, scusa a chi si è sentito offeso da un messaggio che, come il Direttore ha sapientemente compendiato, voleva essere un “benvenuto” e insieme un “nostalgico ricordo”. Un punto va però precisato: se di panegirico interessato si fosse trattato, non sarebbe stato meglio per me firmarmi, così da ottenere la benemerenza di chi oggi è vescovo?! Che tristezza pensare che sincere parole d’affetto vengano travisate come elogi miranti a…(lascio la libertà di completare a piacimento).
L’omissione del mio nome voleva essere un rappresentare non la mia singola ma le tante voci (chè tante sono) della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo che continuano a nutrire affetto per un ex parroco (vedasi la marea di fedeli che lo ha accolto nella Chiesa della Madonna del Carmine), ma che sono sinceramente pronte ad accogliere Don Aldo con nuovo affetto e la speranza che riesca nel più breve tempo possibile ad “unire e […] far crescere tutta la Comunità” (cito chi conosce Don Aldo meglio di me).
Caro Don Aldo, spero che almeno a lei le mie - forse poco chiare – parole siano giunte nel loro senso più autentico perché è con gioia vera che i parrocchiani della Chiesa Madre sono felici di accoglierla; lo dimostra il fatto che venerdì in tanti siamo venuti a salutarla.
Quanto alla questione della disaffezione di molti cristiani alle realtà parrocchiali, credo che sia un tema troppo ampio per poterlo liquidare nello spazio di una lettera e troppo complesso perché a disquisirne sia una semplice parrocchiana come me, che non ha la supponenza di poter sentenziare sulle ragioni che conducono a tale allontanamento. È solo con amarezza che mi soffermo a riflettere sul fatto che per alcuni cristiani si commetta peccato ad affezionarsi ad un uomo di Chiesa che ha saputo far riavvicinare alla vita attiva e partecipe della comunità ecclesiale chi tempo fa l’aveva abbandonata. E questa volta parlo a titolo personale.
Galatina, 19/07/2010
                                                                                                                                                                                                                                    Una parrocchiana piena di speranza
                                                                                                                                                                                                                                              
  (lettera firmata)

Gentile Parrocchiana piena di speranza,
"oportet ut scandala eveniant"  (Matteo, 18-7    Luca, 17-1). E' questo il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo la Sua lettera. Non volendo usare il latino sono andato a cercare la traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Le confesso che mi ha sorpreso.
[7] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (così viene tradotto Matteo)
[1] Disse ancora ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono". (e questo è Luca)
Quell'oportet che abbiamo sempre interpretato come "è opportuno" o "è bene", nella traduzione cattolica, diventa un "è inevitabile".
Il senso cambia e non poco.  Mi consenta però nel nostro caso di usare l'interpretazione non ortodossa. "E' bene" che Ella abbia scritto perché la Sua lettera ha aperto un dibattito che, sono certo, darà i suoi frutti. Sono francamente preoccupato per la seconda parte dell'affermazione evangelica ma questo è un altro discorso. (d.v.)