RACCONTI D’ESTATE

VESPA 50

La vita si sa ti mette spesso con le spalle al muro. Aspetta una decisione che tarda ad arrivare e che turba i tuoi sogni. I miei sogni cominciarono ad agitarsi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, quando cercavo inutilmente di decidermi e finalmente scegliere tra: VESPA 50 o LAMBRETTA. Tra una VESPA 50 rossa ed una LAMBRETTA metallizzata con spicchio davanti color arancio. E scorrazzare così sulle tante strade ancora non asfaltate della mia città con il vento nei capelli non ancora nascosti nel casco. Ci misi un po’ a decidermi, forse troppo, ma alla fine decisi e scelsi: LAMBRETTA. Era tardi, avevo perso ormai l’attimo favorevole . La paura e la preoccupazione si erano nuovamente impossessate dei miei. Provai a insistere ma non ci fu verso. Fu così che continuai a scorrazzare con la mia “GRAZIELLA” bianca facendola di tanto in tanto impennare sino a ribaltarmi . Successe più di una volta, mo che ricordo, tra le risate dei passanti e le mie guance rosse di vergogna.

PIERO D’ERRICO


Caro Piero,
non ho avuto i tuoi dubbi. I miei non si fecero mai sfiorare dal pensiero che il loro figlio maggiore potesse avere una vespa. Capitolarono poi per il figlio più piccolo.
Fino ad ora ho avuto quattro biciclette. La quarta è quella che uso ancora. Non credo di avere mai fatto impennate ma sono riuscito a trasportare cinque persone con la mia Bianchi verde. Qualcuno ricorda ancora la rovinosa caduta sulla salita di via Roma quando si ruppe il piantone del manubrio. Qualche volta invito mia figlia a fare un giro seduta sulla mia Legnano maschile. Si rifiuta sempre. Non ho ancora capito perché.(d.v.)