RACCONTI D’ESTATE

LA STESSA LUNA

Era il tempo del juke-box e del cantagiro, della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista. Il tempo del “MINIBAR”, del “QUARTIERE LATINO”. 

Caddhruzzu” e “Purpettone” assistevano impassibili ai tuffi con doppio avvitamento e finale quasi sempre in “panzata” che spiccavamo appena qualcuno ci degnava di uno sguardo. La sera in giro sino a tardi ma, a SANTA MARIA AL BAGNO, su quel bellissimo “muretto” di fronte alla spiaggetta si concludeva la serata. Ci batteva il cuore per qualche sguardo rubato o nel dire qualche frase preparata. 

Alle prese con le fatiche del corteggiamento, del girarle intorno, farsi notare. Poi il dichiararsi, magari fermandola garbatamente per strada. Poi si aspettava un SI o un NO che puntualmente arrivava e che faceva calare o aumentare la tensione che nel frattempo s’era fatta largo tra le pieghe dell’attesa. Era tutto più romantico, era tutto più semplice e forse anche più facile. Il tempo ha spazzato via tante cose, ma l’altra sera, mi sono fermato non per caso, a SANTA MARIA AL BAGNO. Faceva caldo ed era tardi. C’era una panchina libera di fronte al mare, di fronte alla spiaggetta. E lì mi sono seduto. A respirare lo stesso profumo del mare, l’aria fresca di un mattino che si preparava per “uscire”. Il mare era fermo e di gente in giro se ne vedeva sempre meno. E io lì seduto, a lasciare gli occhi su quella magica luna stampata in mezzo al cielo che non aveva nessuna voglia di andarsene. L’ho riconosciuta, era la stessa. La stessa luna.

PIERO D’ERRICO