RACCONTI D’ESTATE
YESTERDAY
Arrivò “YESTERDAY”. Quei meravigliosi versi di quelle struggente canzone dei Beatles. “YESTERDAY” si era impossessata della mia voce. Il mio inglese da QUATTRO al Commerciale, diventava da DIECI quando cantavo quella canzone. Era un inglese perfetto, era l’inglese dei “Beatles”. Ed io non avevo mai tempo, indaffarato com’ero a collezionare francobolli e cartoline ed a riempire contemporaneamente l’album delle figurine PANINI e l’album della FERRERO.
Con i punti della FERRERO ALBA, scelsi in regalo una canna da pesca. Erano due pezzi di una canna di bambù che si incastravano. Sfortuna volle che al mio primo giorno di pesca il pezzo superiore si sganciasse andando a finire in un mare mosso che lo inghiottì ben presto tra le sue onde. Lo seguii con lo sguardo sin quando non lo vidi sparire del tutto. Tornai a casa con il pezzo rimasto e ricominciai a raccogliere nuovamente i punti necessari dell’album FERRERO per avere in regalo un’altra CANNA DA PESCA e completare così quella passione durata giusto il tempo di un mattino .
Mi accorsi ben presto di non avere le doti necessarie e soprattutto di non essere armato di quella “santa pazienza” necessaria per chi ha passione per la pesca. Quella volta fui io che lanciai con forza, i due pezzi della mia canna in mare. Mi diressi verso casa scuro in volto, pensando come rispondere alla domanda spontanea che sentivo già farmi sulla porta di casa, da tutto il resto della famiglia: “ CHE HAI PESCATO?”
Quella domanda mi avrebbe fatto sprofondare e
avrebbe profondamente ferito il mio orgoglio di “pescatore”.
Stranamente nessuno mi chiese
niente.
Solo più
tardi capii che i miei avevano intuito tutto e avevano preferito non
infierire. Quella sera
mangiammo pesce, e io ad un certo punto,con tono quasi serio chiesi a
mia madre: “Ma questo è il pesce che ho pescato io?”
Fu
una risata generale e mia madre facendo un cenno con la testa mi
rispose: “
SI, SI, è proprio quello”.