Per gentile concessione di Giuseppe Quida, assessore ai lavori pubblici negli ultimi mesi dell'Amministrazione Antonica, e di Rossano Marra, direttore de "il galatino", pubblichiamo gli interventi che seguono.
Fioriere-panchine: lettera pro veritate

Gentile direttore,
ho letto il suo editoriale dell’ultimo numero de “il galatino” in merito alla installazione delle fioriere-panchine in Piazza San Pietro e ne condivido in gran parte i contenuti. Mi è stato gradevole perciò seguirla nelle sue argomentazioni. Tuttavia, per come sono andati i fatti, un senso di ribellione è insorto in me, quando, riferendosi alle tre amministrazioni che hanno gestito quel progetto, dice in senso critico “… Ogni commento sarebbe inutile. Con una fava prenderemmo tre piccioni...”.
Credo perciò sia giusto che lei e chi la legge conosca completamente la realtà.
Devo naturalmente premettere, per la migliore comprensione di tutti, che ho esercitato il ruolo di Assessore ai LL.PP., durante l’amministrazione guidata dalla dr.ssa Antonica, negli ultimi mesi, da gennaio a luglio del 2009, cioè quelli finali e politicamente più burrascosi.
In questa veste vorrei quindi riferire lo svolgimento dei fatti tecnici che mi hanno riguardato in quel periodo e relativi all’argomento “Fioriere in Piazza San Pietro”.
Nei primi giorni di gennaio, appena al lavoro, il responsabile del procedimento relativo mi riferisce che due progetti stanno per andare in esecuzione. “Sistemazione di Piazza San Pietro e relative varianti” ed “Inversione dei sensi unici delle Vie Pascoli ed XI Febbraio”.
Chiedo copie di tutti gli elaborati progettuali per rendermi conto del loro contenuto. Non resto convinto da nessuno dei due progetti e trasmetto nell’ambito degli uffici tutte le mie perplessità tecniche. Convinto che, come principio generale, ogni progetto deve vedere coinvolte tutte le parti interessate, mi chiedo perché sugli elaborati non sia riportato il parere dell’assessorato all’urbanistica e di quello al traffico o quanto meno dei rispettivi dirigenti. Per avere un quadro più completo della situazione convoco perciò presso gli uffici della Polizia locale le persone che a mio parere devono condividere responsabilmente le predette opere pubbliche.
Non sopportavo, in poche parole, che il mio assessorato stesse per realizzare “lavori pubblici” che coinvolgevano gli aspetti architettonici, urbanistici e di mobilità veicolare, senza che i responsabili di questi settori avessero posto il loro “Visto” sugli elaborati relativi.
Continuando la descrizione dei fatti, alla prima riunione di giunta, pongo il problema al sindaco. La dr.ssa Antonica, sentiti i pareri negativi di tutti i presenti e specificatamente di quelli dell’assessore all’urbanistica e dell’assessore al traffico, presente anche il dirigente dei due settori, rivolgendosi al segretario dott. Calabretti, gli chiede più volte di tenere sospesi i due progetti.
Allo stato delle cose, essendo cioè le due opere andate in gara ed aggiudicate, significava “rinviare la stipulazione dei relativi contratti” ed il sindaco, vista la forte e generale opposizione alla installazione delle fioriere, aggiungeva che il relativo importo si sarebbe potuto utilizzare per ampliare la superficie di basolato da riparare, estendendo tale intervento verso Via Umberto 1° o Via Garibaldi.
Io non so, ora, se la sua decisione fosse derivata dalla necesstà di evitare ulteriori contrasti politici, ma devo dare atto che la dr.ssa Antonica, finché è rimasta in carica, non ha fatto realizzare quei due progetti e soprattutto mi piace evidenziare che neppure il commissario straordinario dott. Capuano ha dato corso alla esecuzione dei contratti stipulati successivamente alle decisioni di quella giunta e di quel sindaco. Questi i fatti!
Nel merito dei due progetti, ho il dovere di dire a lei ed ai lettori le motivazioni che mi videro, sebbene appena incaricato, contrario alla loro realizzazione.
Per quanto attiene l’inversione dei due sensi unici di Via Pascoli e Via XI Febbraio, non mi convinceva l’idea che si avvicinasse al semaforo di Corso Porta Luce l’uscita sullo stesso corso, perché ritenevo che il cambiamento avrebbe reso ancora più difficile l’uscita in quanto la colonna dei veicoli fermi davanti al semaforo avrebbe costituito un vero e proprio tappo, impedendo di fatto il deflusso da Via XI Febbraio, considerando anche la larghezza di quelle sedi stradali.
Consultai anche i commercianti vicini alle strade interessate avendo riscontri positivi alle mie considerazioni; né d’altra parte sugli elaborati progettuali, come ho già riferito, c’era il “Visto” dell’assessore al traffico o del dirigente della Polizia locale.
Ciò detto, non potevo, personalmente, che essere contrario al progetto. La giunta intera ed il sindaco, poi, decisero per la “sospensione”.
Quanto alla installazione delle fioriere-panchine, tanto è stato detto e scritto che ulteriori considerazioni sembrano superflue. Il racconto storico che lei fa, dall’amministrazione Chirenti ad oggi, dovrebbe servire da monito a tutti gli amministratori, come del resto è servito a me nel momento in cui dovevo esprimere il mio modesto parere. Approvo senza riserve tutte le sue considerazioni sulla bellezza di quella piazza che “più è spoglia, più è bella”. A tal proposito, in questi giorni, ho visto un bozzetto di tutta la zona a firma di Totò Rossetti ed intitolato “Piazza pulita!”. Concordo in tutti i sensi, anche quelli metaforici, qualora fossero nelle intenzioni dell’autore.
A tutte le osservazioni critiche che ho letto io vorrei aggiungere un’altra che ancora non ha prodotto gli effetti per motivi contingenti: la variante del traffico che nasce contestualmente e conseguentemente alla installazione delle fioriere prevede che il flusso veicolare proveniente da Via Cavoti e diretto verso Via Vittorio Emanuele debba portarsi verso la “Pupa”, girandovi attorno, ed incontrare il flusso proveniente da Corso Porta Luce (sic!). Come sappiamo, questo punto è già un nodo critico per il traffico cittadino.
Esaminando il progetto nella sua completezza, trovai molto strano questo “intervento sul traffico” e, non avendo trovato sugli elaborati, come già detto, alcun “Visto” degli organi competenti, aumentarono in me le motivazioni che mi vedevano in atteggiamento critico.
Se poi si aggiunge la considerazione che ogni opera pubblica rappresenta un costo per ciascuno di noi, si può immaginare quale influenza potesse avere su di me l’idea che mi ero fatto di una spesa non idonea al miglioramento estetico e funzionale di Piazza San Pietro.
Gentile direttore, come lei sa, non ho una forma mentis politica, almeno come oggi, nel senso comune, viene intesa, e quindi non v’è da leggere in queste mie note nulla di diverso da quello che ho scritto. Non vorrei, piuttosto, per aver fatto parte, negli ultimi sei mesi, di una di quelle tre amministrazioni cui lei fa riferimento, essere additato anch’io “… come uno dei tre piccioni da prendere con una sola fava”. Se non politicamente, tecnicamente, per come sono andate le cose, mi dispiacerebbe!
Cordialmente.
Giuseppe Quida



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Egregio ing. Quida,
le sue perplessità, nate quando lei – da assessore comunale – è venuto a conoscenza dei progetti in questione, avrebbero dovuto indurla non a farli sospendere, bensì a farli revocare dalla Giunta comunale e quindi a far pagare a colui o coloro che avevano ordinato, senza l’atto di approvazione della Giunta comunale, i manufatti alla o alle ditte fornitrici.
Sembra davvero strano che nella nostra città si continui (le recenti dimissioni, poi rientrate, dell’assessore Carmine De Paolis confortano le mie sensazioni) a inseguire, invece che ad indirizzare, le scelte adottate altrove. E mi spiego.
Da anni, da almeno quindici circa, sembra che le scelte “politiche” siano dettate solo dalle scelte tecniche di qualche personaggio eccellente che nessuno riesce a contenere. Nessun sindaco, dopo Zeffirino Rizzelli, e nessun assessore è riuscito a delimitare gli ambiti in cui, a Galatina, la politica e la tecnica devono muoversi. Scelte relative agli investimenti e in altri settori (leggi interventi per opere pubbliche, circolazione stradale, delimitazione di zone a traffico limitato, commercio fisso e ambulante, pubblicità sonora e distribuita a mano, ecc.) sono state probabilmente “calate” dalla struttura comunale e digerite, qualche volta anche malvolentieri – ma digerite –, perché altrimenti “la politica non avrebbe risposto alle istanze dei cittadini”. Istanze che, molto spesso, avrebbero rappresentato per qualcuno dei veri e propri conflitti di interesse.
Cosa dirle ancora, caro ingegnere. La sua onestà, non solo mentale, l’ha portata ad essere scelto in ben due consiliature quale assessore (esterno) ai Lavori Pubblici. Entrambe le consiliature in cui lei ha ricoperto il ruolo di assessore sono cadute prima della scadenza naturale: non credo che lei abbia qualche responsabilità in materia di cadute, ma credo invece che lei è una persona sfortunata. La prima volta il tutto si sfasciò soprattutto perché qualche consigliere di maggioranza non volle assumersi determinate responsabilità in materia di debiti fuori bilancio, la seconda volta perché consiglieri di maggioranza e di opposizione hanno voluto togliere il disturbo facendo fare la stessa fine a qualche presenza ritenuta imbarazzante.
La storia continua. Gli amministratori passano, ma la struttura rimane e continua ad imperare e a determinare il bello e il cattivo tempo.
Il futuro non si tinge certamente di blu, ma le nuvole che si addensano assumono sempre più il colore grigio.
Carissimi saluti
Rossano Marra