Il volo delle
quaglie
Hanno realizzato (forse in stato di
comatosa incoscienza politica) l’incredibile, l’assurdo, per poi scatenarsi in
un attacco reciproco irruento cercando di dimostrare (a chi?) che la loro
verginità politica era ed è immacolata.
Ricordo, erano i primi anni 70 se
non erro, che si ebbe a Galatina una elezione amministrativa che segnò un
momento epocale e politicamente assai turbolento per la nostra
città.
Due schieramenti contrapposti da
profonde identità politiche ed ideologiche si ritrovarono con 15 consiglieri
eletti ciascuno e la DC galatinese, guidata dall’on De Maria (9 consiglieri), o
accettava di formare una maggioranza con il PSI, capeggiato da Paolo Spoti (9
consilieri), oppure sarebbero state nuove
elezioni.
Invece, con un colpo di scena a
sorpresa, Il consigliere Viva eletto nel PSI confluì nel PLI e permise la
nascita di una Giunta di centro-destra con sindaco Finizzi grazie principalmente
all’appoggio dato dal MSI a quell’esecutivo.
Il tutto fu concepito e realizzato
con il pieno appoggio della segreteria provinciale della DC presieduta, a quel
tempo, dal prof. Zefferino Rizzelli (o tempora o mores).
Il fatto passò e rimase nella
storia, con riferimento al consigliere Viva, come <il volo della quaglia>
.
Il primo Luglio del 2009 di quaglie
ne sono volate tante sia da una parte che dall’altra e la cosa più strana è che,
invece di chiedersi di quale ruolo istituzionale fossero stati investiti dai
propri elettori e con quale coalizione fossero stati eletti, hanno invece
preferito dar vita a quella che non esiterei a definire una vera sconcezza
politica.
Nessuno vieta certamente, alle
forze di opposizione di votare favorevolmente una delibera della maggioranza
specie se in passato sono stati propositori e propulsori di quello stesso
progetto, ma crea sconcerto se quei voti servono poi per mantenere in piedi una
maggioranza ormai non più tale.
Nessuno, d'altro canto, vieta alla
maggioranza di accettare su una propria delibera i voti favorevoli delle
minoranze ma non se quel voto serve a mantenere in piedi in tutti i modi e con
tutti i mezzi un’amministrazione che non possiede più una propria maggioranza e
come minimo indispensabile sarebbe stata quantomeno opportuna una dichiarazione
politica da parte del sindaco su quei voti ricevuti dalle
minoranze.
Vorrei ricordare a tal proposito
l’esempio di Sandro Pertini che eletto PDR anche con voti ad personam di
deputati del MSI, ebbe a dichiarare in Parlamento che ringraziava sul piano
personale per l’attestato di stima alla sua persona ma che respingeva quei voti
sul piano politico.
Si è assistito, invece, ad una
serie di comunicati stampa per attaccarsi reciprocamente sul piano mediatico
nello sterile tentativo di difendere l’indifendibile e di dare una credibilità
all’incredibile.
Si è letto di tutto.
Si è letto di chi ha dichiarato di
essere stato sempre contrario ai megaparchi ma che ha votato la D7 solo per il
bene di Galatina e dei galatinesi, dimenticando il voto favorevole suo e del suo
compagno di partito dai banchi dell’opposizione alla nascita del megaparco,
nella precedente amministrazione Garrisi.
Si è letto di novelle Madame de
Stael che ci hanno scritto quali soggetti evitare nei salotti culturali bene
della città per sorseggiare la bevanda più amata dagli italiani.
Si è letto di anonimi attestati di
amore ed eterna riconoscenza per ciò che è stato fatto per questa città ……e se
qualcuno la vede diversamente, con buona pace di tutti, è soltanto un povero
cretino.
Nonostante tutto ritengo che
l’attuale centro destra galatinese, non sia ancora in grado di affrontare una
competizione elettorale per vincerla.
Non dimettersi oggi significherebbe
pertanto dare loro il tempo di riflettere, di riorganizzarsi e ciò potrebbe
essere fatale perchè si rischierebbe seriamente ciò che è già successo nel
recente passato e cioè riconsegnare, per miopia politica o egocentrismo
esasperato, la città per un altro decennio nelle mani della destra.
Sarebbe il caso di meditarci un po’
su!
6 luglio 2009
Pietro
Zurico.