Presidente del Consiglio contro Sindaco: conflitto politico?
E il PD tace.

Galatina 01-09-2009- All’indomani del pubblico annuncio del sindaco Antonica di voler procedere alla costituzione di una Giunta tecnica senza una maggioranza politica precostituita non ho potuto fare a meno di immaginare certi scenari e certe scenografie all’interno dell’aula consiliare, quelle per intenderci che di politico potrebbero avere soltanto la rappresentazione del ridicolo comprese la sibillina dichiarazione, turnata, che trattasi di un voto dato solo per il bene della città.

Naturalmente, e ci mancherebbe altro, sempre e solo per il bene della città e dei cittadini, insomma dai, come è successo per la D7.   

Se veramente il Sindaco procederà su questa strada è bene abituarsi subito all’idea che a questo tipo di sceneggiate assisteremo spesso e con buona pace di tutti, Presidente del Consiglio compreso, al quale resterà o una silenziosa assuefazione o delle decorose dimissioni dall’incarico istituzionale.

Conoscendo la competenza, la coerenza e l’onestà intellettuale e politica del prof.  Taurino sono assai più propenso a credere che opterà per la seconda soluzione in virtù delle dichiarazioni fatte con il comunicato stampa del 1 Luglio a seguito della <sceneggiata> di tutti quei personaggi in cerca di autore sia della maggioranza che dell’opposizione.

 Ecco cosa ebbe a scrivere il prof. Taurino:

  <(...) Successivamente il C.C. ha potuto finalmente procedere all’adozione, con ampia maggioranza ( 13 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astenuti), del progetto di ripianificazione dell’area ex D7 del PUG, che potrà consentire la realizzazione di un importante intervento di tipo artigianale e, in parte, commerciale in area Cascioni a Collemeto.
  Escludendo patti segreti, accordi trasversali sottobanco, improbabili conversioni sulla via di Damasco e quant’altro, registro con soddisfazione e moderata speranza una libera ed episodica convergenza su importanti progetti di sviluppo economico e occupazionale della città e delle frazioni, lasciando a tutti, assenti compresi, il dovere e l’onere di una pubblica spiegazione ai cittadini.>

 Ha definito quindi l’accaduto come <una libera ed episodica convergenza> sottintendendo la sua irripetibilità in quanto anomalia politica che gli ha creato, sicuramente, un grande imbarazzo politico tanto da fargli sentire il bisogno di intervenire per dare una giustificazione <politica>  all’evento.

 Dicevo che deve essere stato molto forte il suo disagio e non certamente nella sua qualità di  presidente non essendo egli in quel ruolo tenuto a dare spiegazioni di carattere politico poichè rappresentativo del Consiglio Comunale nella sua interezza ed, in quanto tale, i voti dei singoli consiglieri per lui non hanno colore ma rappresentano soltanto l’ esercizio di un diritto sancito dalla legge di cui egli stesso ne è il garante.     

Egli è, quindi, andato oltre i suoi stessi compiti istituzionali, ha voluto con quelle sue righe  principalmente far capire a chi di dovere che deve trattarsi soltanto di un fatto <episodico> e quindi irripetibile e lo ha fatto firmandosi come Presidente del Consiglio.

 Bene ha fatto, insomma, a far capire tra le righe, che gli elettori con il loro voto hanno scelto un sindaco con una maggioranza a cui affidare il compito di governare ed una minoranza a cui affidare il compito di fare l’opposizione e che quando la maggioranza è conscia di non avere  più i numeri per poter governare ha soltanto una soluzione : restituire il mandato ricevuto agli elettori e ripresentarsi al loro giudizio senza operare trasformismi ed alchimie politiche di alcun tipo.

 Il sindaco sembra invece pensarla diversamente, intende procedere con la costituzione di una nuova Giunta tecnica senza una maggioranza precostituita <scaricando> così tutto il precedente gruppo di assessori  che <volontariamente> le avevano consegnato le dimissioni.

 Lo si deduce chiaramente dalla sua dichiarazione fatta a galatina.it :< Voglio bene a Daniela ed agli altri e chiedo a loro di comprendere però che, da Sindaco, il mio punto di vista deve essere diverso e lontano da solidarietà obbligate>.

 Vorrei soffermarmi un attimo anche su un’altra importantissima affermazione del Sindaco che evidenzia, decisamente, la fine di questa maggioranza e l’inizia della sua ricerca di forme diverse di aggregazioni politiche extra urna: <Ho preso atto  della richiesta del tavolo politico di un azzeramento che decretasse la fine di una maggioranza politica>.

La vecchia maggioranza politica è dunque finita ne ha preso atto e sta lavorando per costituirne una nuova: fatta da chi?

Da tutti e da nessuno perché il nuovo esecutivo, teoricamente, sarà fatto da tecnici fuori dai partiti e per il resto varrebbe il motto del <chi mi ama mi segua>. 

Ecco, quindi, che quello che è accaduto il 1 Luglio, non potrà essere una <episodica  convergenza>.

Di episodiche convergenze se ne verificheranno tantissime se il progetto fosse portato a compimento e ciò pare in chiaro contrasto con il pensiero politico del presidente Taurino.

 Immaginate cosa possa significare ad ogni argomento da votare in Consiglio il dover cercare di mettere insieme di volta in volta 11 voti favorevoli?

Immaginate come potrebbe essere il doversi presentare in Consiglio con una spada di Damocle perennemente pendente sul collo per il rischio di dover ritirare qualche argomento all’o.d.g. perché non si hanno i numeri per approvarlo?

 Ed infine … quale sarà il prezzo politico che il Sindaco dovrà pagare all’opposizione perché diventino di volta in volta le sue stampelle?        

 L’augurio è che questa volta avvenga veramente una conversione sulla via di Damasco che faccia ritrovare a qualcuno il giusto senso della missione e del significato della politica,  quella politica intesa come servizio e non come esercizio di potere con annesso costi quel che costi, quella politica fatta per tutelare e perseguire interessi collettivi e non di casta o di congrega, quella politica fatta di progettualità trasparente e certa e non modificabile nel tempo a secondo degli interessi in gioco, quella politica che faccia, infine, ritrovare almeno in parte il valore della propria identità facendo rallentare quella corsa  sfrenata avente come unico traguardo l’affermazione e l’esaltazione del proprio <Io>.  

                                                                                                                                                                                                                         Pietro Zurico