Naturalmente, e ci
mancherebbe altro, sempre e solo per il bene della città e dei cittadini,
insomma dai, come è successo per la D7.
Se veramente il Sindaco
procederà su questa strada è bene abituarsi subito all’idea che a questo tipo di
sceneggiate assisteremo spesso e con buona pace di tutti, Presidente del
Consiglio compreso, al quale resterà o una silenziosa assuefazione o delle
decorose dimissioni dall’incarico
istituzionale.
Conoscendo la
competenza, la coerenza e l’onestà intellettuale e politica del prof. Taurino
sono assai più propenso a credere che opterà per la seconda soluzione in virtù
delle dichiarazioni fatte con il comunicato stampa del 1 Luglio a seguito della
<sceneggiata> di tutti quei personaggi in cerca di autore sia della
maggioranza che dell’opposizione.
Ecco cosa ebbe a
scrivere il prof. Taurino:
<(...)
Successivamente il C.C. ha potuto finalmente procedere all’adozione, con ampia
maggioranza ( 13 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astenuti), del progetto
di ripianificazione dell’area ex D7 del PUG, che potrà consentire la
realizzazione di un importante intervento di tipo artigianale e, in parte,
commerciale in area Cascioni a Collemeto.
Escludendo patti segreti, accordi
trasversali sottobanco, improbabili conversioni sulla via di Damasco e
quant’altro, registro con soddisfazione e moderata speranza una libera ed
episodica convergenza su importanti progetti di sviluppo economico
e occupazionale della città e delle frazioni, lasciando a tutti, assenti
compresi, il dovere e l’onere di una pubblica spiegazione ai
cittadini.>
Ha definito quindi
l’accaduto come <una libera ed episodica convergenza> sottintendendo la
sua irripetibilità in quanto anomalia politica che gli ha creato, sicuramente,
un grande imbarazzo politico tanto da fargli sentire il bisogno di intervenire
per dare una giustificazione <politica>
all’evento.
Dicevo che deve essere
stato molto forte il suo disagio e non certamente nella sua qualità di
presidente non essendo egli in quel ruolo tenuto a dare spiegazioni di
carattere politico poichè rappresentativo del Consiglio Comunale nella sua
interezza ed, in quanto tale, i voti dei singoli consiglieri per lui non hanno
colore ma rappresentano soltanto l’ esercizio di un diritto sancito dalla legge
di cui egli stesso ne è il garante.
Egli è, quindi, andato
oltre i suoi stessi compiti istituzionali, ha voluto con quelle sue righe
principalmente far capire a chi di dovere che deve trattarsi soltanto di un
fatto <episodico> e quindi irripetibile e lo ha fatto firmandosi come
Presidente del Consiglio.
Bene ha fatto, insomma,
a far capire tra le righe, che gli elettori con il loro voto hanno scelto un
sindaco con una maggioranza a cui affidare il compito di governare ed una
minoranza a cui affidare il compito di fare l’opposizione e che quando la
maggioranza è conscia di non avere più i numeri per poter governare ha soltanto
una soluzione : restituire il mandato ricevuto agli elettori e ripresentarsi al
loro giudizio senza operare trasformismi ed alchimie politiche di alcun tipo.
Il sindaco sembra
invece pensarla diversamente, intende procedere con la costituzione di una nuova
Giunta tecnica senza una maggioranza precostituita <scaricando> così tutto
il precedente gruppo di assessori che <volontariamente> le avevano
consegnato le dimissioni.
Lo si deduce
chiaramente dalla sua dichiarazione fatta a galatina.it
:<
Voglio bene a Daniela ed
agli altri e chiedo a loro di comprendere però che, da Sindaco, il mio punto di
vista deve essere diverso e lontano da solidarietà obbligate>.
Vorrei soffermarmi un
attimo anche su un’altra importantissima affermazione del Sindaco che evidenzia,
decisamente, la fine di questa maggioranza e l’inizia della sua ricerca di forme
diverse di aggregazioni politiche extra urna: <Ho preso atto della richiesta
del tavolo politico di un azzeramento che decretasse la fine di una maggioranza
politica>.
La vecchia maggioranza
politica è dunque finita ne ha preso atto e sta lavorando per costituirne una
nuova: fatta da chi?
Da tutti e da nessuno
perché il nuovo esecutivo, teoricamente, sarà fatto da tecnici fuori dai partiti
e per il resto varrebbe il motto del <chi mi ama mi segua>.
Ecco, quindi, che quello
che è accaduto il 1 Luglio, non potrà essere una <episodica convergenza>.
Di episodiche
convergenze se ne verificheranno tantissime se il progetto fosse portato a
compimento e ciò pare in chiaro contrasto con il pensiero politico del
presidente Taurino.
Immaginate cosa possa
significare ad ogni argomento da votare in Consiglio il dover cercare di mettere
insieme di volta in volta 11 voti favorevoli?
Immaginate come potrebbe
essere il doversi presentare in Consiglio con una spada di Damocle perennemente
pendente sul collo per il rischio di dover ritirare qualche argomento all’o.d.g.
perché non si hanno i numeri per approvarlo?
Ed infine … quale sarà
il prezzo politico che il Sindaco dovrà pagare all’opposizione perché diventino
di volta in volta le sue stampelle?
L’augurio è che questa
volta avvenga veramente una conversione sulla via di Damasco che faccia
ritrovare a qualcuno il giusto senso della missione e del significato della
politica, quella politica intesa come servizio e non come esercizio di potere
con annesso costi quel che costi, quella politica fatta per tutelare e
perseguire interessi collettivi e non di casta o di congrega, quella politica
fatta di progettualità trasparente e certa e non modificabile nel tempo a
secondo degli interessi in gioco, quella politica che faccia, infine, ritrovare
almeno in parte il valore della propria identità facendo rallentare quella corsa
sfrenata avente come unico traguardo l’affermazione e l’esaltazione del proprio
<Io>.
Pietro Zurico