Ricomincio da
tre?
Galatina, 09 Settembre
2009 - Si definisce assemblea una riunione degli appartenenti ad una
collettività per discutere problemi di interesse comune e generalmente per
assumere decisioni ad essi inerenti.
Anch’ io ero convinto
che così fosse ma così non è stato.
Mi ero recato, domenica
sera, all’assemblea del PD con la convinzione che avrei potuto aggiungere
qualcosa in più al mio sapere su motivi e cause della crisi amministrativa
invece così non è stato perché il tutto si è risolto in un comizio in cui a
suonare è stata una sola campana, senza alcun contraddittorio e senza che nulla
sia stato detto di più di ciò che già non fosse ampiamente
risaputo.
Mi ha lasciato
perplesso, pertanto, che al soliloquio fosse intervenuto l’ex assessore ing.
Quida che col PD aveva poco a che fare ed abbia fatto quel tipo di intervento
da pentito per la sua diffidenza nell’era pre assessorile mentre, di contro, non
siano intervenuti ad esempio altri ex assessori non pdessini (non so se per loro
scelta o perché non invitati) quali Roberta Forte, Maria Rosaria Romano e magari anche
i neo democratici Daniela Sindaco, Cosimo Montagna e (perché no?) anche i
consiglieri dimissionari Cafaro, Galluccio, e sicuramente ne starò dimenticando
altri e me ne scuso, che magari trasmettendoci le loro esperienze avrebbero
potuto farci capire qualcosa di più.
La mia, sia ben chiaro,
non vuol essere una critica per nessuno in quanto seppur non condivisibili
trattasi di scelte rispettabilissime e rientranti nel pieno diritto di chi le ha
fatte.
La mia non
condivisibilità deriva soltanto dal fatto che avrebbe potuto essere, e non è
stata, l’occasione buona per fare maggior chiarezza e per poter dare una
completezza di informazione a tutti quei cittadini, come il sottoscritto, che
non vivendo una vita di partito erano lì con il desiderio di poter capire e
sapere qualcosa in più, invece ci si è ritrovati più confusi di prima e per
rendersi conto di ciò basta leggere come hanno titolato all’indomani del comizio
alcuni organi di informazione.
C’è chi ha titolato che
Sandra Antonica ha detto addio (sarà stata colpa di Guccini?) e chi invece che
Sandra Antonica si prepara a succedere a se stessa.
Io, onestamente, le ho
sentito dire che sono in molti a chiederle se si candiderà a consigliere
regionale oppure a sindaco e che bisogna crederle se ci dice che non sa proprio
cosa farà.
Le cose pertanto sono
due: o qualcuno è a conoscenza di segrete cose a me sconosciute ed io capisco
poco più di niente del politichese oppure non hanno capito niente loro, ai
posteri l’ardua sentenza.
Che Antonica si
ricandidi o meno non è, comunque, cosa di vitale importanza al momento saperlo,
come non è di vitale sapere i nomi di altri potenziali candidati a sindaco di
altre coalizioni.
Sarebbe, invece,
importante sapere da dove si può ricominciare per programmare un futuro per
questa nostra città.
Il compianto Massimo
Troisi diceva : ricomincio da tre.
Forse potrebbe essere
una soluzione?
Mai scenario politico
locale, a mia memoria, sia a destra che a sinistra, si è presentato in
prossimità delle elezioni in modo così frammentario e riluttante a qualsiasi
forma di dialogo anche con partners politici tradizionalmente <amici>.
Tutto è fermo ai
reciproci rimproveri sui veri o presunti tradimenti ricevuti o fatti.
Siamo fermi, insomma, a
quel 12 di Agosto senza accorgersi che intanto, scomodando Eraclito, panta rei
os potamòs e pertanto continuando
a ragionar delle braghe di Pantalone o del topless di Colombina ci si ritroverà
tra non molto con le elezioni alle porte.
Cercando di dare un mio
modestissimo contributo affinché possano venir superate le diffidenze e le
incomprensioni del recente passato ed ognuno nel proprio ambito possa ritrovar
nuovo stimolo creativo e costruttivo propongo appunto di ricominciare tutti da
tre.
Niente programmi
elettorali da stupire con effetti speciali o celestiali visioni futuristiche,
tanto non ci crede più nessuno, ma soltanto tre obiettivi programmatici, solo
tre obiettivi da individuare che ogni partito ritiene vitali per il futuro e per
il bene della città e che prioritariamente, in caso di vittoria elettorale,
costi quel che costi, saranno realizzati tutti e tre e saranno un patrimonio
certo che la città riceverà dai vincitori.
Discutere, concordare,
aggregarsi o semplicemente confrontarsi su questi tre obiettivi programmatici
può rappresentare un nuovo momento di incontro e di dialogo tra i partiti, la
possibilità di evitare la formazione di eccessive minicoalizioni spesso
deleterie e poco costruttive ed infine, per ultimo ma non ultimo in ordine di
importanza, si farebbe capire chiaramente all’elettore cosa si farà e lo si
metterà nelle condizioni ottimali per poter scegliere le vere priorità che
intende siano realizzate.
Facile ed anche troppo
semplice vero? Tanto facile che dubito tale proposta possa essere mai accolta!
Pietro Zurico