Gentile Dott.sa Sandra Antonica, Sindaco di Galatina,
sono
destinatario, non meritando tanto, di una Sua comunicazione che leggo
fino
in fondo e con attenzione, tutt’altro che con tedio.
Che Lei le accetti o
meno, Le invio le mie scuse: lo devo alla Sua persona,
alla Sua
professionalità, ai sacrifici dei Suoi genitori, essendo anch’io
genitore.
La scarsa intelligenza che mi rimprovera (e che riconosco) si è
palesata nel
dar credito a voci che La riguardavano, provenienti (badi bene) da
ambienti
vicini ai Suoi alleati di governo. Sono stato usato da sedicenti Suoi
amici.
Non ne ho verificato l’attendibilità, ho sbagliato. Tanto dovevo alla
donna
e professionista Sandra Antonica per onestà intellettuale e perché, pur
essendo una anonima firma, ho un certo amor proprio. Riconoscere virilmente
i
propri errori è un dovere a cui non mi sottraggo.
Detto questo, ho però
qualcosa da rinfacciare al Sindaco di Galatina.
Non c’è acredine nei Suoi
confronti, ma tanta delusione per quella che poteva
essere una possibilità
di riscatto e di indipendenza per la nostra Città, e si
conclude (forse)
dopo 3 anni, con l’ignobile farsa del 22 aprile.
Sindaco, quel lontano
giorno Lei non avrebbe dovuto festeggiare la Sua
vittoria elettorale in
maniera sfacciatamente partigiana, proprio nel luogo che
è invece simbolo
dell’unità cittadina, Palazzo Orsini. In quel momento era già
il Sindaco di
tutti i Galatinesi, non solo del 62% dei suoi elettori. E’ stato
un gesto
simbolico importante e Le ha alienato simpatie.
Lei che ha sempre militato in
un solo Partito, ha commesso il grave errore di
formare una coalizione con
quei personaggi che hanno fatto il giro delle 7
chiese politiche: era fatale
che finisse nel modo indecoroso che abbiamo
visto.
Lei doveva assumere
personalmente i compiti che ha delegato al Direttore
Generale: ne aveva le
capacità per l’esperienza avuta in Provincia, aveva l’
autorità di dire “no”
ai suggerimenti che Le venivano dal Suo Partito. Avrebbe
svolto egregiamente
quell’incarico con gli stessi, o migliori, risultati, senza
gravare il
bilancio comunale del poco o molto che paghiamo per quella
funzione.
Dall’opposizione, Lei ha tuonato (giustamente) contro la
familistica gestione
della cosa pubblica della precedente amministrazione:
verifichi se per caso
questo virus possa aver contagiato anche la
Sua.
Sindaco, Lei sa che c’è nelle Istituzioni anglosassoni la consuetudine
dello
“spoil system”: ogni nuovo governo, se lo vuole, cambia alcuni alti
burocrati,
per migliorare la macchina amministrativa. Non è stato fatto. Lei
invece ha
consentito forse inconsapevolmente che alcuni Suoi alleati, con
pol-pottismo
ideologico, se la prendessero con l’anello debole della catena,
i malcapitati
impiegati comunali, sottoposti a controlli stressanti ed
inutili.
Sindaco, Lei rivendica i meriti della Sua azione politica. Ma provi
a fare un
giro tra la gente che l’ha votata, per esempio al Rione Italia.
Guardi Villetta
Fedele, lo stato pietoso delle strade, lo stupro quotidiano
del traffico nel
centro storico, i danni al basolato. Guardi piazzale
Stazione, via Sogliano, le
strade intorno al campus scolastico. Ha qualcosa
da dire sulla mancanza di
sottovia ferroviari su via Lecce e via Collemeto?
Sullo scandalo di via Lecce
chiusa al traffico? Ha mai dato uno sguardo
attento alle periferie? Certamente
dimentico qualcosa, ad esempio le recenti
scritte oscene sulla Festa del 25
aprile, che si aggiungono a quelle che già
deturpano i muri cittadini. Perché
non si cancellano? Perché non si cercano
gli autori dello scempio?
Crede che rilasciare 24 nuove licenze nel centro
storico migliori la vita
economica, sociale e culturale della Città? Sta
sbagliando grossolanamente,
prevedo soltanto caos e sporcizia, ed
esasperazione degli abitanti di quel
quartiere. Ma anche dannosa concorrenza
tra locali vecchi e nuovi. Ci ha
pensato?
Tra i Suoi compiti c’è quello
di salvaguardare la salute dei Suoi
concittadini: ancora non ho ascoltato
Suoi commenti sulla crescita quasi
esponenziale dei casi di tumore nella
nostra zona, anche in soggetti giovani e
giovanissimi. Chi Le scrive ha
provato la “carezza” del male terribile nei suoi
affetti e nelle sue
amicizie. Avrei voluto sentire il Suo parere.
Concordo con Lei in una
considerazione: è vero, i Gattopardi sono qui tra
noi. I miei ed i Suoi
concittadini continueranno a comprare a Maglie, a Lecce,
a Gallipoli;
continueranno a votare candidati di Maglie, Lecce, Gallipoli, e
dei più
sperduti borghi della provincia, ma non Galatinesi. Si meritano, ci
meritiamo subalternità e sudditanza.
Avrei ancora tanto da dire e
suggerirLe se non immaginassi che questa mia non
sarà presa in
considerazione, probabilmente. Ma non ho voglia di continuare in
questo
“cahier de doleances”, sono vecchissimo, come dice Lei, e stanco. Mi
spiace
però che Lei non abbia colto lo spirito costruttivo dei miei interventi,
seppure coniugato nei modi della satira. La mia satira è rabbia per le cose
fatte male e per quelle non fatte, la mia satira è amore per la Città,
almeno
pari al Suo.
La satira graffia e può far male, non blandisce. Se
volesse sentirsi
applaudita, non guardi Pasquino, ma tra alcuni “yes-men”
della Sua alleanza,
quelli che hanno lo stiletto nascosto in tasca. Farà
bene, come intende, a
farli uscire allo scoperto sottoponendosi “alla gogna
del voto di fiducia”
piuttosto che alle dimissioni. In questo riconosco
ancora la Sua intelligenza
politica.
Ora torno ai miei amati libri, ai
miei autori: a proposito, sarà il caso di
commemorare, qualche volta, il
nostro Cino da Porta Luce, grande autore
dialettale.
Non leggerà più da
Pasquino Galatino un commento, una sola solitaria parola
su di Lei, sulla
Sua coalizione e sulla politica galatinese. Non disturberò più
il
manovratore. Lei, però, rifletta se per caso l’asfittico panorama culturale
di questa Città un poco si impoverisca, perdendo una voce anarchica ed
indipendente, lo sappia Sindaco, e fuori dal coro. Non pretendo di averLa
divertita, come mi piace fare con i miei affezionati lettori di Galatina.it,
e
comprendo la Sua amarezza per i fatti del 22 scorso. Mi permetto solo di
considerare che è un sentimento male indirizzato: non è Pasquino la causa
dei
problemi della Sua coalizione.
Se, come immagino, è dotata del
“sense of humour” degli intelligenti,
apprezzerà invece la vignetta
inviatami da un ignoto fan, che accludo.
La ringrazio per aver fatto violenza
al Suo misoneismo, ed aver sottratto
tempo prezioso alla Sua attività
privata e pubblica, leggendomi fino in fondo.
Cordialmente,
Pasquino
Galatino
Gentile Pasquino, non voglio minimamente entrare in questo scambio di quasi "amorosi sensi" fra Lei ed il Sindaco. Segnalo solo ai lettori che la vignetta è di Gianni Vergine, simpatico e graffiante disegnatore fin dai tempi del Liceo e della "Civetta". Grazie Gianni! Manda anche a galatina.it le tue vignette. (d.v.)