Oggetto:
Da:
Pasquino Galatino <pasquinogalatino@hotmail.it>
Data:
Fri, 13 Aug 2010 18:45:38 +0200
A:
dino valente <dinovalente@galatina.it>

Vengo benevolmente ripreso da un amico per il lungo silenzio, inusuale per me. Si può tacere perché non si ha nulla da dire e si evitano in questo modo banalità fastidiose, specie a ferragosto. Si può anche tacere perché invece mancano parole adatte a commentare gli spettacoli romani e locali.

Chiedo aiuto a Michelangelo e dedico alla statua parlante di Pasquino i suoi versi immortali:

“Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso.”

Professore carissimo, si rilassi chi può. Un sereno ferragosto a Lei ed a chi ci legge.

Pasquino Galatino


Gentile Pasquino,

pubblico in ritardo i suoi, comunque, graditi auguri che ricambio con grande simpatia.

Il Suo silenzio stava diventando veramente assordante. Gli avventori di Palazzo Orsini  stavano ricominciando a respirare. Speravano che Ella avesse deciso di tacere per sempre. Questa Sua svelta apparizione li farà per un attimo preoccupare e li farà distrarre dalle estive occupazioni. In attesa delle Sue prossime esternazioni La saluto molto cordialmente. (d.v.)