-------- Messaggio originale --------
Data: Thu, 9 Sep 2010 18:19:13 +0200
Mittente: Pasquino Galatino <pasquinogalatino@hotmail.it>
A: dino valente <dinovalente@galatina.it>


Gentile Professore,

Si può avvertire l’inutilità di scrivere, quando si capisce che il proprio dire non modifica le cose neppure minimamente (se mai ci si fosse illusi di questo). Che poco o nulla rimane di concreto, al di là di un vacuo, effimero e molto provinciale quarto d’ora di celebrità mediatica ottenuta con saltuarie riflessioni internettiane, declinate a volte in maniera umoristica, a volte seria. Si può lasciar intendere di aver esaurito citazioni e motti celebri latini, assimilati e resi patrimonio personale negli anni degli studi giovanili, e di non aver più inchiostro da stendere.

Si possono persino affrontare con animo umile questioni tanto al di là della nostra modesta capacità di comprensione (signoraggio bancario, nuovo ordine mondiale, segreti di Stato sul Risorgimento ancora a 150 anni di distanza) da apparire per quello che realmente sono, argomenti tabù per tutti i mezzi di informazione, doverosamente preclusi all’opinione pubblica perché potenzialmente pericolosi, quindi riservati ad una ristretta cerchia di eletti che negano e minimizzano.

Succede poi di sentirsi bloccati da questa strana malinconia autunnale, stagione meteorologica ma anche della vita. Forse dovrei lasciar perdere per qualche tempo il Leopardi de “L’infinito” e rileggermi l’adrenalinico Henry Miller di “Tropico del cancro”.

Cordialmente,

Pasquino Galatino


Gentile Pasquino,

 "Scrivo per dimenticare o per ricordare? Per dare qualcosa o cancellare qualcosa? Scrivo per uscirmene, scappare da queste infinite, inutili storie di niente..." Questa è la risposta di Roberto Vecchioni ai Suoi dubbi. Debbo la citazione ad un'amica che sta leggendo "Scacco a Dio", l'ultimo libro del cantautore, scrittore, professore (egli sì!) e poeta.  

Non molli Pasquino! E, soprattutto, non pensi di non modificare nulla. Ogni parola espressa cambia qualcosa e qualcuno. 

C'è tanto di cui parlare ma ci vogliono persone che studino e non lo facciano a vanvera come succede troppo spesso nella nostra (da questo punto di vista) sfortunata città. 

Prenda un argomento serio ed importante tipo quello del Cdr che Colacem chiede di aggiungere come combustibile nel suo forno. Ella pensa che qualcuno si sia preso la briga di studiare il problema? Sono partiti tutti, lancia in resta, senza avere mai letto una riga sull'argomento. Troppi scagliano accuse e pontificano per partito preso. E questo accade sulla maggior parte delle questioni che riguardano la nostra vita di comunità.

Occorre qualcuno che rifletta e faccia pensare. Anche sorridendo. Con una calorosa stretta di mano. (d.v.)